Scott Eby aveva 52 anni ed era detenuto al Menard Correctional Center, in Illinois (Stati Uniti) per il rapimento, lo stupro e l'omicidio della piccola Riley, una bambina di soli tre anni. Secondo quanto riportato dal DailyMail, il detenuto è morto giovedì della scorsa settimana, il 7 dicembre, e data la risonanza del suo caso, la gravità del crimine e la giovane età della vittima, la notizia ha presto raggiunto il pubblico. Il caso è stato particolarmente seguito anche perché inizialmente era stato accusato il padre della bambina, che ha passato diversi mesi in prigione prima di essere scagionato.
La vicenda e le parole dell'avvocato
Dopo il ritrovamento del cadavere della piccola Riley in un fiumiciattolo non lontano da casa sua, il papà è stato accusato del crimine e ha passato otto mesi in galera prima di essere ufficialmente scagionato grazie a un test del Dna.
Il caso è stato riaperto solo grazie a una soffiata anonima su un uomo che aveva già dei precedenti per molestie, Scott Eby, che viveva nei pressi della famiglia. A quel punto, gli investigatori hanno confermato che il Dna apparteneva a Scott Eby, il quale ha confessato di aver rapito la piccola dalla sua casa a Wilmington e, dopo averla violentata, l'ha caricata nel portabagagli della sua macchina per poi portarla al fiume dove l'ha annegata.
Anche il papà della piccola, Kevin Fox, è morto quest'anno, in un incidente stradale in Arkansas. L'ex avvocato di Kevin ha rilasciato una dichiarazione dopo la morte del detenuto: «Spero marcisca all'inferno, finalmente un po' di giustizia per Riley». Poi, riguardo la morte del papà, ha detto: «È stata una tragedia, per lui e la famiglia. Era un uomo gentile che amava i suoi figli più di qualunque cosa».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Dicembre 2023, 17:54
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