Una missione nel Mar Rosso sotto la bandiera della Ue. Un’operazione per proteggere i cargo che attraversano il canale di Suez e rischiano l’assalto dei guerriglieri yemeniti Houthi. È soprattutto l’Italia a spingere per un’azione muscolare per riprendere il controllo di una zona chiave per il traffico mondiale delle merci. Perché è la nostra economia - ha detto ieri il ministro della Difesa Crosetto - «la più colpita» dalle azioni delle milizie filo iraniane che stanno obbligando le compagnie di navigazione a circumnavigare l’Africa piuttosto che affrontare Suez, con costi di viaggio che triplicano e l’inevitabile ripercussione sull’export.
«La nostra Marina militare sta già proteggendo le navi mercantili italiane con la missione Atalanta, ma c'è un problema economico non secondario - ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nella conferenza stampa alla Farnesina per presentare il G7 a guida italiana - quasi il 40% del nostro Pil dipende dall'export e quindi la riduzione del traffico marittimo ci preoccupa, perché siamo passati da 400 a 250 navi giorno. Sono aumentati i costi assicurativi e si allungano di 15 giorni i tempi di percorrenza».
Ecco quindi l’urgenza di Roma di un’operazione condivisa a livello europeo per potenziare la sicurezza dei cargo.
Gli attacchi Houthi alle navi, scattati a dicembre, e la risposta militare anglo-americana di questi giorni, hanno fatto si che i transiti commerciali attraverso il Canale di Suez sono scesi al livello più basso da quando tre anni fa la petroliera Ever Given aveva bloccato il Canale di Suez. E trasportare merci doppiando il Capo di Buona Speranza, in Sudafrica, costa: secondo un’analisi della Reuters, la tariffa per il trasporto di una merce qualsiasi dall’Europa alla Cina e viceversa è aumentata del 91% questa settimana rispetto alla settimana scorsa.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Gennaio 2024, 06:00
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