Ladispoli, spacciava cocaina ai minori: arrestata “lady hashish”

Sofia Cutri, 20 anni, arrestata assieme al fidanzato a Ladispoli: rifornivano il litorale

Spacciava coca ai minori, arrestata “lady hashish”

di Luisa Urbani

Partiva tutto dai social. È lì che la ventenne Sofia Cutrì - in arte Sofia Medellin - attirava i suoi acquirenti, molti dei quali minorenni. Si faceva conoscere ed entrava in contatto con loro per poi offrire la merce: hashish che successivamente veniva venduto in diverse zone di Ladispoli. Un'attività che, grazie all'aiuto del fidanzato e della madre, l'aveva resa conosciutissima in tutta la città e nei paesi vicini da dove venivano proprio per comprare la droga. In meno di due anni era riuscita a monopolizzare il mercato della compravendita di hashish al dettaglio.

Alexandru Ivan, ucciso a 14 anni davanti a un parcheggio vicino Roma. in quattro subito a processo

Un giro d'affari così redditizio che aveva spinto Cutrì a comprare un appartamento a Mazzano Romano, pagandolo 30 mila euro in contanti. Una scelta che però l'ha tradita perché è anche grazie a questa mossa troppo avventata che gli agenti della polizia del commissariato di Ladispoli sono riusciti a incastrare lei e il suo fidanzato, Andrei Daniel Avram, un ragazzo di 24 anni di origini romene. Entrambi ora sono ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, in concorso tra loro. Gli agenti, inoltre, hanno sequestrato l’appartamento che i due indagati avevano comprato per poi affittarlo ad altre persone. Un modo, secondo loro, per riciclare il denaro senza destare sospetti. Ma così non è stato.

L’OPERAZIONE

“Baby Medellin” è il nome dell’operazione della polizia che, iniziata nell’ottobre del 2022, ha consentito di interrompere il traffico che la coppia gestiva rifornendo specialmente giovani e giovanissimi. Dalle indagini, infatti, è emerso che i due avevano almeno 216 acquirenti. Di questi 38 erano minorenni. Ma chi indaga non esclude che i compratori possano essere molti di più.

Come anche le persone coinvolte nel commercio illecito. La coppia, infatti, oltre che dalla madre di Sofia - che collaborava con i giovani per gestire il traffico - veniva aiutata da una ragazza minorenne che non solo gli procacciava nuovi clienti, ma “lavorava” per loro come vedetta segnalando la presenza delle forze dell’ordine in giro per la città.

Il modus operandi della coppia era sempre lo stesso. Parlavano con i clienti usando uno dei vari numeri di cellulare che avevano. La scusa era quasi sempre quella di andare a prendere un caffè, come hanno scoperto gli agenti grazie alle intercettazioni telefoniche. Un rapido scambio di battute con gli acquirenti e poi l’appuntamento in una delle zone di Ladispoli che i due erano soliti frequentare sempre agli stessi orari.

IL MODUS OPERANDI

Si facevano trovare lì ogni giorno dalle 15.30 alle 18.30 e poi dalle 20.30 alle 21.30. Ogni zona, per evitare che potessero essere scoperti, veniva rinominata con nomi di fantasia. “Mucca”, ad esempio, era il distributore del latte all’interno della zona del mercato di via Ancona. Ma c’erano anche “Ponte Bianco” per indicare il lungomare, oppure “Ghiaccio” che corrispondeva al chiosco di Piazza Rossellini. Nomi che pian piano gli agenti hanno imparato a conoscere. E così hanno iniziato con i blitz sequestrando, nel corso dei mesi, la droga che trovavano dai diversi acquirenti che l’avevano comprata poco prima.

LA RETE

Sequestri quotidiani e intercettazioni - molte delle quali sono state fatte in collaborazione con gli interpreti dato che la giovane e la madre spesso parlavano tra di loro in ucraino - che poco a poco hanno consentito agli agenti di ricostruire tutta la rete gestita da Sofia, la quale aveva deciso di cambiare il suo cognome per omaggiare la nota città Colombiana rinomata come centro nevralgico del narcotraffico negli anni ’70 e ’80.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Maggio 2024, 06:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA