Terrorismo, allarme degli 007: "Per Italia rischio sempre più concreto"

Terrorismo, allarme degli 007: "Per Italia rischio sempre più concreto"
È «sempre più concreto» il rischio che alcuni soggetti «radicalizzati in casa» decidano di non partire verso Siria ed Iraq determinandosi «a compiere il jihad direttamente in territorio italiano». Lo segnala la relazione annuale dell'intelligence inviata oggi in Parlamento, che parla di «pronunciata esposizione dell'Italia alle sfide rappresentate dal terrorismo jihadista».

I "radicalizzati in casa", evidenzia la relazione, sono dediti ad «attività di auto-indottrinamento e addestramento su manuali on-line, impegnati in attività di proselitismo a favore di Daesh e dichiaratamente intenzionati a raggiungere i territori del Califfato». Ma a causa delle crescenti difficoltà ad arrivare in quelle aree, questi soggetti potrebbero decidere di non partire e colpire qui. I servizi citano in proposito il caso - emerso nel corso dell'inchiesta "Terre vaste" - di uno straniero, partito dall'Italia nel 2015 verso il Califfato, che aveva esortato elementi presenti sul territorio nazionale a non raggiungere Siria o Iraq ma, piuttosto, agire in Italia.

Dunque, in Italia come in altri paesi europei, «alla flessione delle partenze di foreign fighters dal territorio nazionale potrebbe corrispondere un aumento del rischio di attacchi "domestici" da parte di una o più persone legate» da amicizia o parentela. La relazione sottolinea quindi la «pressante campagna intimidatoria» jihadista nei confronti dell'Italia, con immagini che ritraggono monumenti e lo stesso Papa: il tema dominante si è confermato quello dell'attesa della conquista di Roma. Gli 007 segnalano tuttavia i «successi "intangibili"» del dispositivo nazionale di prevenzione, dimostrati dal pacifico svolgimento di eventi di vasta portata internazionale e valenza simbolica con l'Expo ed il Giubileo.

Oltre a rappresentare un «potenziale target di attacchi diretti», l'Italia potrebbe costituire «un approdo o una via di fuga verso l'Europa per militanti del Califfato presenti in Libia o provenienti da altre aree di crisi».
Lo segnala sempre la relazione annuale dell'Intelligence al Parlamento. Il territorio nazionale, inoltre, potrebbe costituire «una base per attività occulte di propaganda, proselitismo e approvvigionamento logistico, nonché una retrovia o un riparo anche temporaneo per soggetti coinvolti in azioni terroristiche in altri Paesi, come verosimilmente accaduto nel caso dell'attentatore di Berlino, Anis Amri».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Febbraio 2017, 12:56
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