Loris, il giudice: "È malvagia e senza pietà".
La mamma resta in carcere -Foto/Video

Loris, il gip: "Veronica malvagia e senza pietà. È stata lei"
RAGUSA - "È malvagia e senza pietà". Il giudice convalida l'arresto della mamma del piccolo Loris, e Veronica Panarello resta in carcere.



"NEGA L'EVIDENZA" E IL MARITO LA RICONOSCE IN UN VIDEO Veronica Panarello ha la tendenza a «negare anche l'evidenza». E una prova significativa di questo atteggiamento è «un'immagine che la riprende alla guida della sua vettura dove è riconosciuta dal marito Davide Stival», in una strada dove aveva detto di non essersi recata.













Eppure di fronte a questa contestazione «l'indagata non dà alcuna spiegazione ribadendo di avere seguito il percorso già descritto». Lo rileva il Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, nelle conclusione dell'ordinanza con cui convalida il fermo della mamma di Loris, accusata di avere ucciso il suo bambino. Il giudice condivide e fa propria la tesi della Procura di Ragusa, basata su indagini di polizia e carabinieri, secondo la quale Veronica Panarello il giorno della scomparsa di Loris con la sua auto fa «un percorso sicuramente diverso da quello seguito nei due giorni precedenti» ricostruito con l'ausilio dei filmati delle telecamere.



E in particolare quelle poste non lontane della Falcone-Borsellino di Santa Croce Camerina, in piazza Vittorio Emanuele e all'intersezione con piazza Giosuè Carducci, che «non riprendono la vettura della Panarello», quando la donna afferma di essere passata da lì per accompagnare Loris a scuola. Cosa che non avrebbe fatto perchè, secondo il Gip,il bimbo non è andato a lezione.



E anche alla «luce di queste circostanze - osserva Maggioni - si può quindi ragionevolmente affermare che il bambino che si vede nelle immagini rientrare a casa alle 8.30 è proprio Loris».



"INDOLE MALVAGIA" Tace perchè è stata lei. È la spiegazione che il gip di Ragusa, Claudio Maggioni, dà al silenzio di Veronica Panarello, che avrebbe «mentito sulle fondamentali circostanze di avere accompagnato il figlio Loris a scuola il 29 novembre scorso. Per il giudice non è »ragionevole ritenere che di fronte alla tragica situazione di un figlio di 8 anni ucciso in un modo così brutale si rifiuti ostinatamente di raccontare la verità«.



Nell'ordinanza di convalida del fermo e di emissione di ordine di carcerazione il gip fornisce una spiegazione: la mamma di Loris lo fa »in quanto lei stessa è la responsabile del grave delitto«. Il gip di Ragusa sottolinea la »cinica condotta tenuta« da Veronica Panarello e la »evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze« con »un'azione efferata, rivelatrice di un'indole malvagia e prima del più elementare senso d'umana pietà«. Secondo il giudice, »dalla ricostruzione dei fatti« nei confronti della emerge un »quadro indiziario di rilevante gravità« per »l'omicidio del figlio Loris«.



Il gip sottolinea poi come »la mancanza di elementi per comprendere il movente del gravissimo gesto non assume rilevanza«. L'emissione dell'ordinanza per la mamma del piccolo Loris, motiva Claudio Maggioni, è giustificata con un »fondato pericolo di fuga« della donna e per »l'estrema gravità del reato«. Veronica Panarello, ricostruisce il gip, ha »avuto il tempo e l'occasione per uccidere il figlio strangolandolo, presumibilmente, con una fascetta stringicavo in plastica della «quale aveva disponibilità».



Poi, aggiunge il giudice, ha «avuto tempo e occasione per gettare il corpo esamine del piccolo Loris nel canale di scolo dove è stato trovato» nel pomeriggio del 29 novembre scorso. Secondo il giudice oltre al pericolo di fuga, che giustifica la convalida del fermo, c'è anche quello che la Panarello possa «commettere gravi delitti della stessa specie per cui si procede».




IL GIUDICE: "HA NEGATO ANCHE IL TENTATIVO DI SUICIDIO" Veronica Panarello ha tentato per due volte di togliersi la vita: nel 2003 bevendo candeggina e nel 2004 cercando di impiccarsi con un tubo di irrigazione nero legato a una trave. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari di Ragusa, Claudio Maggioni, nel provvedimento di convalida del fermo di Veronica Panarello per l'uccisione del figlio Loris, di 8 anni, nel sottolineare la «personalità molto problematica dal punto psicologico» della donna.



L'episodio del 2004, avvenuto dopo un diverbio con il padre, si è concluso con il suo ricovero nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Ragusa.
Ma, sebbene risulti in due verbali dei Carabinieri, lei ha negato l'accaduto sia alla Procura sia al gip sostenendo che era «una storia inventata dalla madre e raccontata» ai militari dell'Arma intervenuti sul posto.




GLI ELEMENTI PRINCIPALI «Sono quattro i principali elementi dell'accusa al centro della richiesta di fermo di Veronica Panarello per l'omicidio del figlio Loris di otto anni, culminata ieri con il fermo della donna da parte del gip che, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere. È quanto emerge da una dichiarazione diffusa dal procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, e dal sostituto MArco Rota, che ricordano che i reati contestati sono di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Tra gli »elementi principali posti dall'accusa a sostegno della sussistenza di gravi indizi di colpevolezza che sono stati largamente condivisi e valorizzati dal gip c'è il 'pedinamento elettronico', è quello, ricorda la Procura, effettuato dalle telecamere di videosorveglianza pubbliche o private di Santa Croce Camerina che ha »attestato in modo obiettivo gli spostamenti di Veronica Panarello la tragica mattina del 20 novembre, con particolare riferimento al passaggio dell'autovettura a lei in uso in quel frangente, per ben due volte, in estrema prossimità al luogo del successivo rinvenimento del piccolo Loris, in un arco temporale compatibile sia con l'ora del decesso, come determinato in sede di consulenza medico-legale, sia con l'azione di occultamento del corpo esanime«. Secondo la Procura di Ragusa dall'inchiesta emerge »l'assoluta inconciliabilità di tali obiettive risultanze con le dichiarazioni rese più volte dalla donna alla polizia giudiziaria e ribadite anche in sede di interrogatorio da parte del pm e del gip«. Tra le contestazioni dell'accusa c'è anche la »compatibilità del mezzo che ha cagionato la morta, per dimensione e forma, con le fascette stringicavo presenti nell'abitazione della Panarello e consegnate dalla stesa donna, con implausibile giustificazione ed anomala tempistica, alle maestre di Loris«.





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Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Dicembre 2014, 16:19
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