Anoressia, come curare quelle bambine che vogliono sparire
«Non starò a guardare mentre una persona dice che si toglierà la vita», dice alla Bbc una 22enne norvegese, Ingebjørg Blindheim che monitora Instagram e segnala alla polizia chi parla di suicidio. Segue 450 account privati, molti giovani manifestano il desiderio di farla finita. Lei non lavora per Instagram, né è una professionista, ma ha sofferto di disturbi alimentari e vuole dare il suo aiuto a chi sta vivendo situazioni simili alla sua. Le community on line spesso mostrano ragazzi che si fanno male, si tagliano e spiegano come fare per nascondere le ferite e fare in modo che gli altri se ne accorgano i più tardi possibile. Instagram vieta la pubblicazione di immagini di suicidi, ma i ragazzi postano foto astratte che fanno comunque pensare alla morte. In una settimana e mezzo sono state individuate - riporta l'inchiesta della Bbc - 48 immagini del genere.
Noa e il mal di vivere degli adolescenti: è allarme suicidi
U'emergenza, quella dei suicidi tra i ragazzi. Dal 2010 il numero di adolescenti che si è tolto la vita in Inghilterra e Galles è aumentato del 67 per cento.
Nel 2018 ci sono stati 187 suicidi di ragazzini sotto i 19 anni (il 15 per cento in più rispetto all’anno precedente) e a Londra il tasso dei suicidi adolescenziali è aumentato in tre anni del 107 per cento, la prima causa di morte per quella fascia d’età. Ian Russell, il padre di Molly - una 14enne inglese che si è tolta la vita nel 2017 - ha accustao Instagram di «avere aiutato la figlia a uccidersi». Il suo account era pieno di immagini inquietanti sulla depressione e il suicidio. Nei giorni scorsi Instagram ha annunciato che avrebbe rimosso, insieme alle immagini di autolesionismo anche disegni, cartoon e meme che richiamano pratiche estreme, disordini alimentari e suicidi, e che un algoritmo avrebbe evitato di proporre siti e argomenti a questi correlati.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Novembre 2019, 13:34
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