La sentenza non c'è ancora, ma per i giudici della corte d'assise d'appello quella di Alex Pompa, il giovane che uccise con 34 coltellate, nell'aprile 2020 a Collegno (Torino), il padre violento non fu legittima difesa, ma omicidio.
Ecco perché il giudizio non è arrivato
Il giudizio non è arrivato perché la Corte d'Appello dopo oltre 5 ore di camera di consiglio ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla norma introdotta dal cosiddetto “Codice rosso” relativa al bilanciamento di alcune attenuanti sull' aggravante del rapporto di parentela tra vittima e colpevole che impedisce, quindi, di giungere a una pena più bassa. In sostanza: per i giudici quello di Alex, che nel frattempo ha preso il cognome Cotoia dellla madre, è stato omicidio e non legittima difesa ma 14 anni di condanna sono troppi.
Questione di legittimità costituzionale
A invitare il giudice a sollevare una questione di legittimità costituzionale per poter raggiungere una pena minore era stata anche l'accusa che aveva chiesto per il giovane una condanna a 14 anni. La difesa aveva invece chiesto l'assoluzione per legittima difesa.
Il legale di Alex: «Deluso dalla Corte, il ragazzo non è un assassino»
«È chiaro che Alex sarà condannato. Ora il processo è sospeso, ma l'ordinanza afferma chiaramente che non è un caso di legittima difesa e, quindi, la sentenza sarà di colpevolezza. Ricorreremo in Cassazione. Ma sono molto amareggiato. Alex non è un assassino e questo non è un omicidio». Lo ha detto l'avvocato Claudio Strata, difensore di Alex Pompa, il giovane processato a Torino per aver ucciso il padre del corso dell'ennesima lite in famiglia. I giudici della Corte d'Assise d'appello, oggi pomeriggio, dopo una lunga camera di consiglio, hanno inviati gli atti alla Corte costituzionale sollevando una questione di legittimità della norma.
La madre: «Alex non è un assassino. Se non fosse stato per lui io sarei morta»
«Alex non è un assassino. Basta guardarlo negli occhi per capirlo. Se non fosse stato per lui io non sarei viva, non sarei qui. Sì, forse è questo che non sono riuscita a far capire alla corte». Lo ha detto la mamma di Alex Pompa, il giovane processato a Torino con l'accusa di avere ucciso il padre nel corso dell'ennesima lite in famiglia, subito dopo la decisione della corte di Assise di Appello di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale. Dall'ordinanza si ricava che a differenza dei giudici di primo grado, che avevano assolto il giovane, quelli di appello non ritengono che si sia trattato di legittima difesa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Maggio 2023, 08:33
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