'La parola canta', Peppe e Toni Servillo portano
la magia di Napoli al Parco della Musica
di Valentina Aulenta
Quattro passi tra le canzoni e il teatro, tra la tradizione e l'eterna magia di una delle città più affascinanti e contraddittorie del mondo. Ad impreziosire questo recital fatto di passione e armonia, di allegria e poesia, il Solis String Quartet, quartetto d'archi composto da Vincenzo Di Donna al violino, Luigi De Majo al violino, Gerardo Morrone alla viola e Antonio Di Francia al violoncello, che mescola sapientemente il jazz, il pop e la musica moderna.
Sul palcoscenico, attraverso le voci suadenti e potenti dei due Servillo, torneranno a vivere le opere degli autori classici partenopei più amati e celebrati in tutto il mondo,da Salvatore Di Giacomo a Raffaele Viviani fino ad arrivare all'irraggiungibile Eduardo De Filippo, il tutto punteggiato dalle voci contemporanee di Enzo Moscato e Mimmo Borrelli. «Mi sento in debito con Napoli per la grande ricchezza che mi ha donato - spiega Toni Servillo - una ricchezza che io e mio fratello cerchiamo di trasmettere in giro per il mondo nei suoi aspetti più nobili, riflessivi e tragici. La parola canta è uno spettacolo dove il teatro si fa musica e la musica si fa teatro».
Una sorta di secondo tempo del viaggio artistico iniziato due anni fa con Servillo legge Napoli, in cui Toni si faceva voce e maschera di una cultura popolare che si riappropriava della sua forma originale: «Quella di una esecuzione - dice - che ha a che fare con litanie, melopee, richieste di aiuto, indignazioni».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Febbraio 2016, 09:57
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