'Professione Lolita', ecco il libro-inchiesta
ispirato alla storia delle baby squillo dei Parioli

'Professione Lolita', ecco il libro-inchiesta ​ispirato alla storia delle baby squillo dei Parioli

di Valeria Arnaldi
Baby-squillo, giovani spacciatori e ricettatori e sullo sfondo (ma in realtà protagonista) pure Mafia Capitale. Sono gli ultimi scandali di cronaca, e non solo, ad animare il romanzo “Professione Lolita” del giornalista Daniele Autieri, appena pubblicato da Chiarelettere. Storie della Roma di oggi e, forse, del domani del nostro Paese.





Un romanzo per parlare di attualità e fare luce perfino sulla cronaca. Daniele Autieri, come è nato “Professione Lolita”?

«L'idea era dare subito un messaggio chiaro sulle nuove generazioni che rischiano di cadere in un vortice da cui non sanno uscire. Lavorando da giornalista sulla storia eclatante delle baby-squillo dei Parioli, a Roma, ho scoperto che il fenomeno è molto diffuso. Un romanzo consente di andare oltre e mostrare cosa c'è dietro. Era quello che volevo fare».



Un fenomeno agghiacciante…

«Il caso del fotografo, con studio dietro piazza Bologna a Roma, ne è un esempio. Ha spinto centinaia di minorenni a farsi fotografare nude, alcune sono state sottoposte a violenze, nessuna ha denunciato. Sono stato io a portare il materiale ai carabinieri. Per le ragazze, il momento più drammatico era parlarne davanti ai genitori».



Non si tratta di poche sbandate dunque ma quasi di “normalità”?

«È una nuova generazione per certi versi criminale quella che sta crescendo: ragazzi che vendono droga, rubano, ricettano, ragazzine che si prostituiscono. Fenomeni non marginali. Il dramma è che noi, società e anche giornalisti, continuiamo a guardare a queste storie come casi singoli, mentre la criminalità organizzata ha già capito da tempo la portata del fenomeno e ne fa business».



Come si è arrivati fin qui?

«È un fenomeno che cresce nel silenzio. Molte vittime non sanno di esserlo oppure pensano sia lo scotto per successo o ricchezza».



Cosa ti aspetti da questo libro?

«L'ho concepito come un pugno allo stomaco per risvegliare la società. Molti di questi giovani criminali crescono in famiglie di bravissime persone. Vorrei si aprisse un dibattito. Alcuni di questi giovani saranno la classe dirigente di domani...».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Gennaio 2015, 08:00
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