Istanbul, blitz al palazzo di giustizia:
​"Morto il magistrato, uccisi i sequestratori"

Istanbul, blitz al palazzo di giustizia: ​"Morto il magistrato, uccisi i sequestratori"

di Stefania Cigarini
ROMA - Alla fine un blitz delle forze speciali ha interrotto l’incubo di una nazione che ora si consegna agli interrogativi. Dopo ore di trattative senza esito, ieri sera, le teste di cuoio turche hanno fatto irruzione nel tribunale di Istanbul dove due sequestratori tenevano in ostaggio, dal mattino, il procuratore Mehmet Selim Kiraz. Il magistrato è rimasto in un primo tempo gravemente ferito, ma in serata è poi morto dopo un intervento chirurgico, mentre i due “terroristi” - come li ha definiti la polizia - sono rimasti uccisi.





Kiraz era titolare delle indagini sulla morte del 15enne Berkin Elvan, avvenuta a giugno 2013, durante le proteste antigovernative di Gezi Park. Il ragazzo fu colpito da un fumogeno della polizia e morì dopo un lungo coma. I sequestratori appartenevano al Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-C), organizzazione di estrema sinistra. E malgrado il governo avesse imposto il silenzio stampa, i siti hanno dato conto del convulso progredire degli eventi, mostrando le drammatiche immagini del magistrato, imbavagliato, con un una pistola puntata alla tempia da parte di un uomo travisato da un fazzoletto rosso e giallo. Le richieste dei sequestratori comprendevano la confessione dei responsabili della morte di Berkin e la scarcerazione di chi aveva manifestato a suo favore.



Il blitz è avvenuto al termine di una giornata terribile per il Paese che, dalle 10,30 di mattina, ha dovuto affrontare un black-out che ha coinvolto 49 delle 81 provincie del Paese e i suoi centri più importanti, Ankara ed Istanbul. L’interruzione di corrente ha provocato la semi paralisi del Paese, interrompendo gran parte dei trasporti su rotaia e del traffico aereo, creando disagi immani ospedali e strutture pubbliche, bloccando quasi per intero comunicazioni telefoniche e Internet. A sera la situazione non era ancora tornata alla normalità. Soprattutto non è ancora stato chiarito, o dichiarato pubblicamente, quali siano state le cause del black-out. Il premier Ahment Davutoglu ha spiegato che le indagini «non escludono alcuna causa possibile, compreso un cyberattacco», un sabotaggio terroristico portato in quella regione del mar Egeo snodo dei principali sistemi di trasmissioni.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Aprile 2015, 10:24
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