Imane Fadil, la famiglia contro l'archiviazione: «Vogliamo capire com'è morta»

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«Noi vogliamo giustizia e le conclusioni della procura non ci soddisfano perché dicono che la diagnosi fatta in ospedale era sbagliata però la tempestività rendeva inutili le cura». Queste le parole di Mirko Mazzali, avvocato della famiglia di Imane Fadil, la modella morta per una grave malattia alla clinica Humanitas di Milano. «La consulenza tecnica del professor Casali, che abbiamo depositato, dimostra che in realtà se fosse stata tempestiva la diagnosi dell’evento che ha poi cagionato la morte della povera Imane le cure sarebbero state efficaci. Nell'80% dei casi le cure attivate in tempi utili salvano le persone, soprattutto giovani», ha aggiunto il legale. «I familiari hanno preso atto che le indagini hanno escluso l'omicidio volontario, ma vogliono sapere perché una ragazza di 26 anni è morta», ha concluso Mazzali che si opporrà davanti al gip Alessandra Cecchelli alla richiesta di archiviazione del fascicolo sulla morte della ragazza avanzata dalla procura.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Febbraio 2020, 21:00
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