WhatsApp, il Mit certifica: «Ha perso la battaglia contro le fake news»

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Il piano di WhatsApp per contrastare le fake news diffuse tramite smartphone si è rivelato inefficace. Il fallimento dell'operazione degli sviluppatori dell'app di messaggistica istantanea è certificato, tra gli altri, da un ente autorevole come il Massacuhsetts Institute of Technology (Mit) di Boston.

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Era il 2018 quando WhatsApp, per contrastare le 'bufale' diffuse attraverso l'app di messaggistica istantanea, aveva introdotto la funzione di avviso in caso di messaggi inoltrati e la riduzione di questi ultimi fino a un massimo di cinque.
I ricercatori del Mit di Boston, insieme ad alcuni colleghi dell'università brasiliana di Minas Geiras, hanno però svolto uno studio che certifica l'insuccesso della misura adottata da WhatsApp.

Con circa un miliardo e mezzo di utenti, WhatsApp è l'app di messaggistica istantanea più utilizzata al mondo ed è anche per questo che le fake news hanno un potenziale di diffusione notevole. Limitare però i messaggi inoltrati, però, si è rivelato un semplice palliativo di fronte alla diffusione di notizie false e diffamatorie. Gli autori dello studio lo spiegano così: «L'emotività e l'immediatezza dei messaggi inviati tramite smartphone hanno favorito la nascita e la diffusione di vere e proprie campagne di disinformazione, come è accaduto anche durante le ultime elezioni in Brasile e in India. L'iniziativa di WhatsApp ha ridotto la velocità di diffusione delle informazioni false, ma non l'ha bloccata del tutto, specialmente nei casi in cui i contenuti avevano una forte capacità virale». In parole povere: WhatsApp ha ridotto solo in parte la diffusione delle fake news, ma gli strumenti messi in campo dagli sviluppatori servono a poco nel caso in cui le 'bufale' siano in grado di colpire le persone e indurle a prendere per vere delle informazioni senza verificarle. E questo accade soprattutto quando ci sono notizie in grado di indignare l'utente.
Ultimo aggiornamento: Domenica 13 Ottobre 2019, 13:01
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