«Tasse evase per un milione di euro»: a processo l'ex calciatore Chevanton

«Tasse evase per un milione di euro»: a processo l'ex calciatore Chevanton

di Erasmo MARINAZZO
Sotto processo per difendersi dall’accusa di avere evaso il fisco per circa un milione di euro, l’ex attaccante giallorosso Ernesto Chevanton. Uruguaiano, 39 anni, è rimasto nel cuore dei salentini non solo per le prodezze sotto rete, ma anche per avere dichiarato amore eterno a Lecce: «Ho portato le maglie di Monaco, Siviglia, Atalanta e Colon, ma non ho mai tolto la maglia del Lecce, quella è la mia pelle», la frase.

Ora Lecce lo chiama in Tribunale. Per rispondere dell’ipotesi di reato di evasione fiscale. Né più e né meno come un altro degli attaccanti rimasto nel cuore dei tifosi: Mirko Vucinic. Con la differenza che per il montenegrino è stato disposto il sequestro per l’equivalente della somma evasa contestata, poco meno di sei milioni di euro. E che il caso è ancora nella fase delle indagini preliminari.

Per Chevanton invece c’è il processo: l'udienza si è svolta oggi, 10 gennaio, davanti al giudice della seconda sezione penale, Silvia Saracino, che ha stabilito il rinvio del processo al 3 aprile dopo avere accolto l’istanza dell’avvocato difensore del calciatore, Angelo Valente. Il legale ha chiesto di depositare corposa documentazione in base alla quale la somma oggetto di contestazione sarebbe pari a 150mila euro, per gli anni di imposta 2011 e 2013. Per il 2012, invece, le carte attesterebbero il fatto - sostiene Valente - che Chevanton stia già regolando i suoi conti con il Fisco. Nessuna responsabilità penale, dunque, secondo la difesa. 

Intanto l’inchiesta del pubblico ministero della Procura di Lecce, Donatina Buffelli, e della Guardia di finanza, gli contesta un’evasione dell’Iperf che sfiora il milione di euro: esattamente 999mila 116 euro. Vale a dire: 396mila 732 euro nel 2011, su un importo di 891mila 500 euro; 165mila 140 euro su 390mila 322 euro; e 437mila 244 euro, su 726mila 767 euro. Reato, quella di evasione fiscale, commesso negli anni 2012, 2013 e 2014 ed accertato dalla Guardia di finanza nel 2018.

 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Gennaio 2020, 22:20

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