Il Papa: «Penso al doping e alla corruzione, fuori tutto ciò che inquina il mondo dello sport»
L'occasione è utile per chiedere che lo sport sia pulito. E soprattutto se interviene, nell'udienza in cui si rivolge al mondo del ciclismo, anche il Papa per dire basta a doping, corruzione, disonestà: stop a tutto ciò che inquina il mondo dello sport. L'incontro con l'Unione ciclistica europea è occasione per un accorato appello. È importante, dice Bergoglio, «per chiunque pratica uno sport - dai praticanti occasionali, agli amatori, ai professionisti - saper vivere sempre l'attività sportiva a servizio della crescita e della realizzazione integrale della persona. Quando, al contrario, lo sport diventa un fine in sé e la persona uno strumento al servizio di altri interessi, ad esempio il prestigio e il profitto, allora compaiono disordini che inquinano lo sport. Penso al doping, alla disonestà, alla mancanza di rispetto per sé e per gli avversari, alla corruzione». Accogliendo i partecipanti al Congresso Annuale dell'Unione Ciclistica Europea, che, in questa occasione, ospita anche l'Assemblea della Confederazione Africana di Ciclismo, il Pontefice parla del rapporto che lega la Chiesa al mondo sportico: «Ha una lunga storia e, nel tempo, si è sempre più consolidato. Lo sport può rivelarsi di grande aiuto per la crescita umana di ogni persona perché stimola a dare il meglio di sé, in vista del raggiungimento di una determinata meta; perché educa alla costanza, al sacrificio e alla rinuncia.