Sofia Tornambene, la vincitrice di X Factor: «Ero una ragazzina, ora mi giocherò tutte le carte possibili»

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di Ferro Cosentini
Ci mettono la faccia, anche se la notte è stata lunga. I quattro finalisti della tredicesima edizione di “X Factor”, conclusasi giovedì sera al Forum di Assago con la vittoria della giovane 17enne Sofia Tornambene di Civitanova Marche, non possono dribblare il rito mediatico del venerdì mattina: spiegare alla stampa come la grande X li abbia potuti cambiare, dentro e fuori.
 
 

Le attenzioni principali sono per la piccola Sofia, ma tutti portano dentro di sé la calma olimpica di chi è cresciuto guardando il talent show più ricco e famoso, e di chi conosce bene i suoi segreti. Il primo, ovviamente, è che non conta tanto alzare il trofeo da primi della classe, quanto arrivare al grande palco della finalissima, al Forum di Assago. Poi, la carriera dirà quel che c’è da dire. “Chi ero prima di X factor? – spiega Sofia – Una ragazzina che sognava di fare musica nella sua camera. Che non ha mai smesso di cantare e suonare. Ora mi giocherò tutte le carte possibili, ma già da ora dico che nel mondo della musica ci vivrò da professionista, che sia davanti o dietro i riflettori”.

La vincitrice marchigiana ha un ricordo più limpido degli altri: “Quando al Forum ho cantato il mio inedito ‘A domani per sempre’ e tutta la gente cantava con me, agitando i braccialetti luminosi. La sapevano a memoria. Non posso spiegare cosa mi si è agitato dentro”.

Altrettanto entusiasti ma più maturi e pratici gli altri, ad esempio i Booda, classificatisi secondi: “Ci porteremo per sempre dentro il duetto con Robbie Williams. Una volta giunti in finale tutto è stato una festa, ci siamo scrollati di dosso la gara. Ora dobbiamo crearci ogni occasione possibile per suonare dal vivo. E fare un disco, con calma”. Non ci gira intorno troppo nemmeno Davide Rossi, quarto classificato: “Rispetto agli altri mi sentivo più un pesce fuor d’acqua – spiega il giovane 21enne di Rieti – So che rispetto agli altri ho più da lavorare per trovare un’identità precisa”.

Il duo La Sierra, piazzatisi terzi, sentono nostalgia di casa: “Che fare ora? Tornare in famiglia, in borgata, vedere gli amici e scrivere più musica possibile.
Un grazie lo dobbiamo a Samuel, giudice e consigliere perfetto. Per noi ora è un amico”. Se poi si spiega ai ragazzi che quest’ultima edizione di “X Factor” è stata sottotono rispetto alle precedenti, i ragazzi rispondono in coro che “noi stavamo nel loft, non sapevamo cosa succedesse fuori, siamo rimasti per settimane senza cellulare ed è stato bellissimo. Se questo X Factor ha avuto meno successo è forse perché è stato più musicale che televisivo. I giudici non hanno litigato, noi nemmeno. Spesso la gente in uno show cerca questo. Ma il nostro compito era fare musica”.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Dicembre 2019, 23:04
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