F1 Drive to Survive torna su Netflix, e svela i retroscena del circus. Carlos Sainz Jr: «Le telecamere raccontano il nostro rapporto con la paura»

F1 Drive to Survive torna su Netflix, e svela i retroscena del circus. Carlos Sainz Jr: «Le telecamere raccontano il nostro rapporto con la paura»

di Alessandro De Simone
Il 28 febbraio arriva sulla piattaforma di streaming la seconda stagione di F1 Drive to Survive. Quest’anno anche con Ferrari e Mercedes

La stagione 2020 del circus della Formula 1 partirà il 15 marzo con il gran premio d’Australia, ma sono questi i giorni in cui le scuderie presentano le vetture che vedremo in griglia quest’anno e molto probabilmente su Netflix il prossimo, per la nuova stagione di F1 Drive to Survive.

Per ora, dal 28 febbraio, gli abbonati della piattaforma streaming potranno rivivere tutte le emozioni del campionato 2019, grazie alla seconda stagione della serie, apprezzata dal pubblico, ma anche dagli addetti ai lavori. Piloti, direttori sportivi, progettisti e meccanici, nessuno sfugge alle telecamere che nel corso dell’anno hanno seguito le dieci scuderie nei box, nel paddock e nelle loro factory. Da quest’anno, infatti, anche Ferrari e Mercedes hanno aperto le loro porte alle telecamere F1 Drive to Survive. Uno sguardo assolutamente inedito su uno sport che appassiona milioni di persone nel mondo, e anche un modo per rivivere il mondiale di F1 emozionandosi persino più che in diretta.
 


F1 Drive to Survive è molto più di un documentario, è costruito con una drammaturgia raffinata, in cui si intrecciano addirittura generi cinematografici e televisivi. Vivere le emozioni dietro le quinte aiuta lo spettatore-tifoso a entrare in dinamiche che rendono l’esperienza ancora più immersiva. Un ripasso del 2019 per prepararsi al meglio per il 2020.

Un po’ come stanno facendo anche scuderie e piloti. Tra queste, la McLaren, che dopo un 2019 che ha visto il team recuperare terreno sui top team, punta a un 2020 con ancora più soddisfazioni. La MCL35, presentata lo scorso 13 febbraio, dai primi test sembra dare buone sensazioni ai piloti Lando Norris e Carlos Sainz Jr. Proprio con il pilota spagnolo, figlio d’arte, abbiamo chiacchierato a Londra a proposito di Netflix e di molto altro.

Carlos Sainz Jr, la F1 è uno sport seguito in tutto il mondo, ma sapere di avere un pubblico 150 milioni di persone fa come comunque un certo effetto.
È certamente una cosa speciale, 150 milioni è un gran bel numero, noi tutti ce ne siamo resi conto l’anno scorso, quando è uscita la prima stagione, grazie alla crescente popolarità che ha avuto la F1 negli Stati Uniti e all’aumento degli ascolti dei gran premi.

Al di là dei numeri, la F1, come ogni sport, è fatto di emozioni. Quali volete condividere con gli spettatori?
Nessuna in particolare, se non la vera vita di un pilota. Per come le telecamere di Netflix ci hanno seguito c’è stato un ottimo lavoro di traduzione dello stato d’animo di ognuno di noi, dalla pressione che sentiamo addosso quotidianamente, a quello che proviamo quando entriamo nell’abitacolo. Ed è quello che vorrei arrivasse al pubblico.

C’è una parola che ricorre spesso in F1 Drive to Survive: paura. Che significato ha per un pilota?
La paura è un’emozione, ma anche la parola stessa, che deve restare ben nascosta nell’angolo più remoto del tuo cervello, e che non deve mai affiorare, se non in maniera inconscia e in poche situazione limite, che devi prima di tutto rispettare. Credo che questa sia l’unica maniera che ha un pilota di Formula 1 per fare il suo lavoro al meglio. Se arrivasse anche solo il sospetto della paura, andresti automaticamente più lento e affronteresti le gare con meno coraggio.

Nel corso del 2019 il mondo della Formula 1 ha perso un grande campione, Niki Lauda, che con la McLaren ha vinto il suo terzo campionato del mondo. Come avete vissuto questo momento?
La morte di Niki Lauda è stata un duro colpo per tutta la Formula 1, per noi in particolare, perché ha fatto e fa parte della famiglia McLaren. Ogni volta che vado nella nostra sede passo di fronte alle auto che Niki ha guidato e con cui ha vinto. Ho avuto l’onore di incontrarlo ed era un uomo incredibile, probabilmente la persona più carismatica che ho incontrato nella mia vita. Ho iniziato a informarmi su di lui quando ero ragazzino e vidi il film Rush, quindi puoi immaginare la sua scomparsa che impatto abbia avuto su ognuno di noi.

Guidare una McLaren di Formula 1 porta anche queste responsabilità. Senna, Prost, Hunt, Hakkinen, Coulthard, sono solo alcuni dei grandi campioni che si sono seduti in quell’abitacolo. Sente mai questa pressione?
Tutti i miei idoli, tranne Schumacher, hanno guidato per la McLaren. È uno dei team a cui ogni pilota aspira e di cui tutti conosciamo la storia. Farne parte, soprattutto oggi che stiamo lavorando per tornare in vetta, mi rende particolarmente orgoglioso.

Ogni pilota ha un circuito preferito. Il suo qual è?
Difficile sceglierne una, per un pilota è più facile ricordare magari il miglior weekend, o le gare in cui sei andato meglio. Se dovessi scegliere un circuito, ho cambiato opinione nel corso delle stagioni, ma al momento direi Suzuka, in Giappone.

A questo proposito il 2019 è senz’altro la sua stagione migliore, in cui è anche andato per la prima volta sul podio. Cosa si aspetta dal 2020?
Non voglio crearmi aspettative per quanto riguarda il numero di punti in classifica o sui miei piazzamenti. Quello che voglio è vedere la macchina e il team fare progressi e io con loro. Se quello che abbiamo costruito nel 2019 continuerà, allora arriveranno i risultati, ma la cosa più importante è imparare dalle lezioni precedenti e migliorare, andando sempre nella giusta direzione tutti insieme.

Un’ultima domanda: cosa si prova ad andare veloci?
Non so risponderti con precisione, sono andato veloce da quando ho 11 anni, guidando il mio primo piccolo kart. Probabilmente ti accorgi della velocità solo dopo il primo grosso incidente oltre i 250 km/h. Per fortuna oggi la Formula 1 è molto sicura e non c’è alcuna paura a spingere l’acceleratore e sfiorare i muretti in curva a 200 all’ora, e posso assicurarti che per un pilota è la sensazione più bella del mondo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Febbraio 2020, 12:37
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