Alessandro Preziosi giudice anti 'ndrangheta in “Liberi di scegliere”: «Così salvo i figli dei boss»

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di Paolo Travisi
“Liberi di scegliere” la propria strada, il mestiere dei sogni, l'amore. Ma soprattutto liberi di non subire un destino scelto dai padri, specialmente se sono boss della 'ndrangheta. Il regista Giacomo Campiotti, dirige il tv movie Liberi di scegliere, (in onda il 22 gennaio su Rai Uno) che racconta la criminalità organizzata da un punto di vista inedito. Quello dei figli obbligati a seguire le orme criminali della famiglia, un ruolo che si ripete nei decenni, tra violenza e sangue, che genera vendette generazione dopo generazione. E non lascia scampo.

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Il racconto è ispirato al coraggio di un uomo dello Stato, il giudice Roberto Di Bella, Presidente del tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, che da 20 anni cerca di sottrarre i figli al destino della 'ndrangheta, limitando la responsabilità genitoriale: destinando cioè, i minori, ad un altro contesto territoriale, allontanandoli dalla famiglia d'origine, nel tentativo di recuperarne la crescita psico-fisica.


Una figura che nella fiction è stata affidata ad Alessandro Preziosi, presente alla conferenza di presentazione nella sede Rai di Viale Mazzini: “la scelta del giudice Di Bella è quella di agire all’interno della adolescenza in un determinato contesto anche a rischio della vita. Il messaggio più bello che ho ricevuto come professionista, padre e potenziale giudice - visto che ho studiato giurisprudenza ed in famiglia ho sempre respirato il diritto - è che la legge rimane tale quando l’individuo decide di metterla in pratica. Interpretando questo personaggio, una sorta di eroe-non-eroe, mi sono commosso, quando ho visto che ci sono persone come lui, che non vivono per sé, ma solo per il bene degli altri”.




Nel film Rai, l'altra protagonista è Nicole Grimaudo, che invece interpreta la moglie di un boss di 'ndrangheta, costretta a nascondersi, a vivere nell'ombra e nella paura costante che possa accadere qualcosa ai figli. Ed a proposito del personaggio dice: “è una donna intrappolata in una prigione, di cui non si rende conto, ma che nasconde una grande forza, perché deve tirar su i figli in grande solitudine. Solo dopo l'incontro con Di Bella, inizia a chiedersi come sarebbe stata la sua vita senza le imposizioni della 'ndrangheta. E' lo Stato quindi che le offre una seconda possibilità. In quel momento, come madre, pensa ad aiutare i suoi figli”.

Per il regista di Liberi di scegliere, “l’intuizione del giudice è stata capire che questi ragazzi sono delle vittime di una macchina infernale ed i loro padri padroni terribili, a loro volta sono stati bambini impauriti. Lui ha tagliato quel cordone ombelicale, per interrompere un futuro certo, fatto di ricchezza e crudeltà”.



In chiusura Preziosi è tornato a parlare del suo personaggio, un buono vero, che ha portato il racconto sulla criminalità organizzata su un piano diverso, in cui il protagonista non è il male, ma la speranza nel bene. “Insieme al regista abbiamo pensato di non voler sedurre il pubblico. Per una volta questo personaggio mi ha fatto invidia, perché so già che non sarò mai come lui. La bontà di un personaggio è quando hai la sensazione che quello che lui fa, è fatto solo per il bene dell’altro".

 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Gennaio 2019, 19:02
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