Peppe Servillo al Teatro Vascello: «Racconterò il calcio e l'ironia di novanta minuti di passione»

Peppe Servillo al Teatro Vascello: «Racconterò il calcio e l'ironia di novanta minuti di passione»

di Simona Santanocita
L’essenza della società napoletana nel ritratto narrativo riportato da Peppe Servillo ne Il resto della settimana, nell’ambito della rassegna Flautissimo. Il cantante, (frontman degli Avion Travel) e attore campano, nei panni di un professore prossimo alla pensione raccoglie dentro un bar della città vecchia i vissuti colorati degli archetipi della società partenopea, scoprendo dietro la fede calcistica il flusso della vita vera, fatta di passioni e timori.



Chi sono i suoi compagni d’avventura?
«Natalio Luis Mangalavite che accompagnerà con musiche dal vivo la mia narrazione e l’autore del testo Maurizio De Giovanni che ritroverete fra le parole e che frequento da diversi anni».

Cosa le piace della scrittura di De Giovanni?
«Ne apprezzo la grandissima ironia, la grande intelligenza narrativa e la capacità di rendere così vivi i personaggi e gli ambienti da cui provengono».

Nel caso de Il resto della settimana?
«Che l’attenzione è concentrata su una passione di De Giovanni che io condivido, il calcio, e verso i colori della squadra partenopea; ma capace di coinvolgere anche chi il calcio non lo segue».

In che modo?
«Lasciando emergere con umorismo, tutta l’umanità che abita i fedeli di questa disciplina sportiva, che abbraccia argomenti universali».

Lei segue il calcio?
«Si, sono tifoso del Napoli, non sfegatato; ma apprezzo il gesto sportivo».

Cosa la affascina di questo sport?
«Che nell’arco di 90 minuti di partita si verificano in successione in una stessa persona un’infinità di stati d’animo del tutto contrastanti».

Il calcio è ancora la più democratica fra le discipline sportive?
«Sì, se lo si pensa in modo universale. Uno sport praticato a tutti i livelli, per cui basta solo un pallone, anche di carta con cui giocare in strada».

La passione per il teatro invece è un’eredità familiare?
«Fin da bambino ho ricevuto un’educazione sentimentale al teatro grazie a mio padre ai miei fratelli e, in particolare a mio fratello Toni».

Lei e suo fratello Toni avete spesso lavorato insieme
«Sì, recentemente nello spettacolo La parola canta. Lavorare con lui per me è una grande occasione per imparare viste le sue capacità e la sua esperienza. Entrambi amiamo molto la musica e la coincidenza di quest’ultima con la recitazione e un felice binomio che ci accomuna».

E il vostro rapporto fraterno?
«E’ un rapporto di grandissima complicità e di profondo affetto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Novembre 2019, 08:31
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