Debora Villa: «Film e ironia per esorcizzare la paura»

Debora Villa: «Film e ironia per esorcizzare la paura»

di Ferruccio Gattuso
«Noi comici siamo come tutti gli altri, la botta l'abbiamo presa. Ti chiedi quando finirà, hai la tentazione di rifugiarti in famiglia. Poi però ci sono loro, che ti scrivono, ti chiedono un video, un sorriso». Loro sono il pubblico. Debora Villa è attrice a tutto tondo, ma la sua missione comica è quella che l'ha resa uno dei personaggi più amati. Un pizzico di responsabilità, dunque, se la sente addosso. «Si deve tenere alto il morale delle truppe», dice.
Come sta vivendo questo periodo surreale?
«Sulle prime la creatività è andata un po' a picco. Io sono il tipo che in condizioni normali va in scena con febbre e mal di schiena. Ma questo è qualcosa di inedito, ti obbliga a ripensare tutto».
Eppure sui social, lei è molto seguita.
«Vero. Di mio sarei pigra ma, come ho detto, la gente ti scrive, ti stimola. Ora con gli autori che collaborano con me, Giovanna Donini e Andrea Midena, stiamo studiando dirette su Instagram. Intanto mostro come cucino i gamberi: non che sia uno scoop».
E a sua figlia Lisa, 11 anni, come spiega la situazione?
«Sta dimostrando forza e indipendenza. Fa i compiti, ogni tanto videochatta, senza esagerare, con le amiche. Ci siamo sparate tutta la saga di Harry Potter in dvd».
Letture, serie tv: i domiciliari le hanno fatto scoprire qualcosa?
«Mi sono messa a leggere la Storia del Teatro Drammatico curata da Alessandro d'Amico, uno di quei libroni da studio. E ho fatto vedere a mia figlia il mio film di culto, Lo chiamavano Trinità. Da ragazza ero persa per Terence Hill. Forse pochi lo sanno, ma sono una fanatica di spaghetti western».
Il tempo del coronavirus ha generato una satira a tema: ridere è salvifico?
«Sempre. Senza mai dimenticare chi combatte in prima linea. I social ci regalano grandi comici autodidatti, persone che sanno ridere della reclusione in casa. Il cervello reagisce così, la situazione è surreale e l'ironia serve a esorcizzare».
La sua Milano ripartirà?
«Non ho il minimo dubbio: questa città ha istituzioni, imprenditori, una cultura che non chiedono altro che ripartire».
E lei, i suoi progetti?
«Prima di tutto questo casino avevo un progetto da numero zero su Rai Radio 2, ed ero in scena con Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere: dall'8 aprile sarei al Teatro Manzoni. La stagione attuale è ko, ma appena si riparte io torno in pista».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Aprile 2020, 22:48
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