Gabriele Pignotta: «Che disastro questa commedia, ma fa ridere come Stanlio e Ollio»
Testo e regia sono sempre gli stessi, ma gli attori cambiano di Paese in Paese.
«Sì, sostanzialmente è un format anche con la stessa scenografia e gli stessi costumi. La particolarità di questo spettacolo è che si ride ogni 15 secondi grazie al contrasto tra la serietà con cui gli attori cercano di mettere in scena un giallo ambientato nell'Inghilterra degli anni '20 e una serie di incidenti. Ad esempio il crollo di una parte di scenografia o il palco che prende fuoco. Gli inconvenienti mettono in difficoltà gli attori ma loro continuano».
Gli incidenti che portate in scena capitano anche nella vita reale?
«Mi è successo qualcosa di simile con questa commedia. Per un disguido non ero stato avvisato dell'inizio e io compaio nella prima scena. Ma la fortuna di questo spettacolo è che essendo totalmente basato sugli incidenti ti puoi permettere delle piccole "distrazioni" e la gente non se ne accorge».
Qual è il segreto del successo di Che disastro di commedia?
«Il classico meccanismo delle comiche anglosassoni, alla Stanlio e Ollio, un linguaggio universale che fa ridere tutti».
Perché è riduttivo definirlo "spettacolo teatrale"?
«Io credo che sia giusto chiamarlo show internazionale. Non a caso è finito da Londra a Broadway e gli autori - Jonathan Sayer, Henry Shields e Henry Lewis - che hanno avuto l'idea in un piccolo pub hanno persino ricevuto un'onoreficenza dalla Regina Elisabetta. Per i romani è l'occasione di vedere lo stesso show di Broadway ma dietro casa».
Da attore, com'è confrontarsi con una commedia internazionale?
«In questo spettacolo il cuore non è l'interpretazione, ma uno sforzo psico-fisico per ottenere una perfetta sincronia tra le gag. C'è stata una preparazione molto stimolante, persino su tecniche da stuntman. Io e il casto italiano siamo stati anche a Londra a vedere lo spettacolo originale e devo dire che siamo all'altezza».
Una sfida.
«Già dal casting. Il regista ha fatto i provini e molti colleghi hanno rinunciato:io mi sono messo in discussione e sono stato selezionato dopo due giorni in cui Mark Bell ha anche capito chi aveva l'attitudine per affrontare questo spettacolo. Se sei una primadonna non sei adatto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Gennaio 2019, 08:46
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