Mattia Briga su Leggo: «Il dito in bocca e la paranoia»

Mattia Briga su Leggo: «Il dito in bocca e la paranoia»
Una luce fiacca filtra dalla serranda. Il mio cane dorme ai miei piedi, l'odore della torta di mele che esce dal forno.
Un'altra mattina bloccata nel tempo e mi rendo conto che il tempo è una convenzione dell'uomo che esiste, che non ha valore se non esistiamo più. Sono chiuso in casa da settimane, ho perso il conto dei giorni, degli abbracci e delle sirene sotto il mio balcone.
Per sbaglio mi sono messo un dito in bocca e ho avuto le paranoie per tutto il giorno. È tutta La vita che mi mangio le mani e spero che Dio (o chi per Lui) mi perdoni se per una volta l'ho fatto accidentalmente.
Ho la fortuna di trascorrere questi giorni con i miei affetti più grandi, e, a seconda delle credenze che abbiamo, mi piace considerarlo un segno del destino o un dono divino. A volte mi sembra come se ci fosse stato un periodo di preparazione a tutto questo: poco tempo fa avevo ordinato un armadio, riparato il rubinetto del lavandino e acquistato una scarpiera su misura.
C'è un brano dei The Cinematic Orchestra dal titolo To Build a Home. Eterna colonna sonora del mio isolamento domiciliare, locus amoenus, 90 metri quadri di immagine e somiglianza.
Mi vivo la sensazione di casa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Marzo 2020, 14:56
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