La nuova Nada, dopo Sorrentino un film e il nuovo album

La nuova Nada, dopo Sorrentino un film e il nuovo album

di Ilaria Ravarino
È un osso duro, Nada. Con cinquant’anni di carriera alle spalle, un esordio a 16 anni a Sanremo e successi diventati cult epocali (Ma che freddo fa, Il cuore è uno zingaro), il suo curriculum è abbastanza rock da permetterle un nobile distacco nei confronti della sua stessa carriera.
 
Ha inciso 18 album, scritto quattro romanzi, è doppiatrice per Untitled di Michael Glawogger (da oggi in sala): risorta artisticamente con la complicità di Paolo Sorrentino, che l’ha rilanciata inserendo Senza un perché in The Young Pope, la nuova Nada non guarda al passato e punta con decisione al presente.

Come è diventata voce di Untitled?
«È stata un’idea della produzione. Precisamente di Andrea Segre, che ha curato la distribuzione di questo film bellissimo, ma impegnativo, nel senso buono del termine. Ho visto il film, mi è piaciuto e doppiare era una cosa insolita per me. Mi ci sono buttata».

Lei aveva già fatto cinema. Come attrice.
«Per carità, solo una piccola cosa con Francesca Archibugi. Il cinema l’ho solo sfiorato». 

Oggi lo farebbe? Il cinema intendo.
«Mi piace tutto ciò che è bello. Ora un film non è nei miei progetti, ma se capitasse una proposta interessante mi metterei a disposizione. Ho fatto tanto teatro. Mai dire mai».

E il nuovo album?
«Tra un mese sarò in Inghilterra, a Bristol, per registrarlo. Sono molto felice di collaborare con John Parish, stiamo lavorando a brani davvero forti. Lo vivo con un misto di entusiasmo e di ansia».

Ancora? Dopo diciotto album? 
«La tensione c’è sempre. Un album è come un bambino che deve nascere, finché non lo vedi non sai com’è».

Restando nella metafora: sarà maschio o femmina?
«Sarà un album femmina. Perché le donne sono forti».

Si aspettava l’effetto-Sorrentino? 
«No. Sapevo che aveva scelto una bella canzone, anche se non la mia più famosa. Non mi ha detto come intendesse usarla, ma sapevo di potermi fidare. Ero certa che avrebbe fatto qualcosa di straordinario».

Cinquant’anni di carriera: festeggia?
«Mai. Non festeggio né anniversari né compleanni. Il mio segreto è proprio questo. Guardare sempre avanti».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Aprile 2018, 08:40
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