Dente: «Ho lasciato la chitarra per il pianoforte con questo album riparto da zero»

Dente: «Ho lasciato la chitarra per il pianoforte con questo album riparto da zero»

di Rita Vecchio
Giuseppe Peveri, in musica detto Dente, lascia la chitarra - con cui lo abbiamo sempre conosciuto fin dai tempi delle band degli esordi, dei Quic e La Spina - suona il pianoforte e ci mette la faccia. Anche in copertina. Lo fa nel nuovo album che intitola con il suo nome d’arte: Dente, appunto. Settimo disco, prodotto da Federico Laini e Matteo Cantaluppi, che arriva a tre anni da Canzoni per metà. Un po’ come se fosse una presa di coscienza per il cantautore fidentino, che ha collaborato con Arisa, Mengoni, Manuel Agnelli, Brunori e altri. Sono 11 tracce che cantano e suonano paure, debolezze, passato, ricordi. Esce oggi, giorno del suo compleanno (compie 44 anni), anticipato da tre singoli: Cose dell’altro mondo, Anche se non voglio e Adieu.

Vita nuova per Dente?
«Non so se per maturità o presa di coscienza. Metto un punto rispetto al passato. Il disco è l’accapo del punto. Canzoni per metà era un album in forma libera, pieno di canzoncine rimaste in giro, che aveva il significato di celebrare 10 anni di carriera». 

E ora?
«Chiudo un cerchio. E riparto. Aprire un secondo capitolo non è facile. Ho lasciato la chitarra e ho suonato il pianoforte. Mi sono preso del tempo. Ho scritto tanto (i brani erano 25). Ho lavorato aspettando di avere tutti gli ingredienti per fare l’accapo. Compresi orecchie e testa che non fossero i miei». 

Necessità di un confronto? 
«Ho capito che dovevo affidarmi e fidarmi di qualcun altro. A livello di produzione, soprattutto. Volevo una cosa dentro al mio tempo. I miei brani sono tornati vestiti in altro modo, ma che mi stavano comunque bene. Il risultato è che sono rimasti brani personali. Ci sono paure, ricordi, difficoltà, il passato a Fidenza. Non riesco a raccontare di altri se non passando da me». 

Nessun duetto. 
«Non mi fanno impazzire. Non mi piace quando nascono per vendere, per piacere di più». 

Sanremo?
«Ci ho provato. La prima volta anni fa con A me piace lei, nell’incoscienza più totale. Poi mi è stato proposto ma ho avuto paura. L’ultima, in questa edizione. Ma Amadeus non mi ha preso (ride, ndr). Sanremo è un palco che va preso con leggerezza».

Il brano è in questo disco? 
«Sì. L’ago della bussola, unica canzone d’amore, che avevo dedicato alla mia donna». 

In questo disco ci ha messo la faccia. 
«Fin dalla copertina, con una foto colorata di blu e rosso scattata sui tetti di Roma. Diversamente dal passato (anche questa una novità), da grafico quale io sono e contrariamente alla mia autarchia insensata (ride ancora, ndr) dove volevo fare tutto io, hanno curato altri per me». 

Dente, lei è ironico e intelligente. 
«Faccio del mio meglio (strizza l’occhio, ndr). Ci vediamo live, in tour nei club da metà marzo. Corona virus permettendo!». 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Marzo 2020, 19:34
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