Nancy Brilli risponde su Leggo: «Il Festival della verità»

Nancy Brilli risponde su Leggo: «Il Festival della verità»

di Nancy Brilli
Ho visto Sanremo e ho pianto. Grande spettacolo popolare. A parte il fatto che mi è piaciuta la preziosità dell'impianto, le bella scenografia, la regia dinamica ed elegante, così narrativa, i meravigliosi musicisti e coristi dell'Orchestra, ho apprezzato il tema dell'amicizia maschile. C'è stato qualcosa di pulito, sincero. La verità come fatto inedito. Il conduttore che mantiene stile, professionalità e promesse. E le donne. Portatrici fiere di dichiarata intelligenza e indiscutibile, adatta avvenenza, con monologhi toccanti e furbi insieme, come si confà a una esibizione per un pubblico molto vasto. Ero in quel pubblico, la prima sera, e nonostante abbia riconosciuto la sgamata professionalità dei testi, ho sentito. Sentire, in televisione, non mi capita mai. È più facile assistere a riti da audience come triturazioni di carne da reality o riunioni familiari di scarso esito artistico. Sta cosa della verità è rara, talmente rara da essere nuova. Ci sarebbe da dire, sulle paraculaggini autoriali, ma non me ne frega, anche perché quello è mestiere da grandi ascolti, gente. Però il fiore sbocciato è un fiore bello. Chi se lo aspettava, in un martedì anomalo a Novara. Bella storia, toh.
(brillisevuoi@leggo.it)
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Febbraio 2020, 08:50
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