Scuola, la battaglia dei "docenti per un #equoconcorso uguale per tutti: 6 mila adesioni sul web

Scuola, la battaglia dei "docenti per un #equoconcorso uguale per tutti: 6 mila adesioni sul web

di Lorenza Loiacono
Nell’anno scolastico da record per le supplenze in classe, con cattedre ancora vacanti e contratti a tempo determinato che potrebbero superare le 170mila unità, la scuola deve fare inevitabilmente i conti con un reclutamento degli insegnanti che fa acqua da tutte le parti. Per anni infatti si è cercata la soluzione all’annoso problema della “supplentite” che porta in classe migliaia di docenti precari. Insegnanti con anni di lavoro in classe al fianco dei ragazzi, a fare lezione ed esami, ma anche docenti freschi di laurea con poco servizio alle spalle ma con tutti i titoli necessari per iniziare a insegnare. Titoli di volta in volta diversi, in base alla riforma scolastica o all’ultima legge varata. Ed è così che negli anni sono state tante le graduatorie che si sono venute a creare. Tante e tanto complesse da far perdere il conto, tra precari storici e vincitori di concorso, tra abilitati ed idonei, tra terza fascia e le cosiddette “mad”, le messe a disposizione con le quali si va in classe anche senza abilitazione, esperienza o titoli. 

Caos reclutamento

L’ex ministro Bussetti aveva stilato il decreto “salva precari” con cui avrebbe sistemato la questione dei docenti precari con almeno 36 mesi di anzianità di servizio con un concorso straordinario e avrebbe dato il via, parallelamente, ad una nuova stagione di concorsi ordinari. Il decreto di Bussetti, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 6 agosto “salvo intese” non è mai uscito in Gazzetta Ufficiale, complice la crisi di governo. Tutto si è fermato, anche le speranze dei precari. Poi l’arrivo del ministro Fioramonti e la sua intenzione di portare avanti l’iter dei concorsi, ma con un taglio selettivo, ha riacceso le speranze di chi, da anni, spera di poter accedere alle cattedre. Il bando dovrà uscire entro la fine dell’anno ed è questo il momento, quindi, per le varie categorie di insegnanti per avanzare le richieste ministero.

#equoconcorso

Parte così la richiesta di un concorso equo uguale per tutti e senza sanatorie, da parte di un gruppo di docenti che, solo sui social, ha raccolto circa 6mila adesioni. Si tratta del “Gruppo per i diritti di docenti con 24 CFU” che, nel momento in cui il ministero dell’istruzione deve decidere come rilanciare i concorsi per gli insegnanti, scende in campo per dire la sua. Si tratta di migliaia di docenti che, pur avendo conseguito i 24 crediti formativi universitari necessari all’insegnamento, non hanno alle spalle i 36 mesi di servizio, spesso non per scelta né per mancanza di esperienza, necessari per accedere all’abilitazione. Rischiano così di restare fuori dalle graduatorie utili per accedere alle cattedre.

Chiedono quindi al neoministro Fioramonti l’#equoconcorso, con richieste specifiche: innanzitutto che venga individuato un solo canale di reclutamento uguale per tutti, proprio per evitare l’attuale giungla delle graduatorie, che corrisponda ad un concorso ordinario da bandire ogni due anni in base alle reali necessità delle singole classi di concorso. La prova selettiva deve essere “equa”, vale a dire uguale per tutti, con le stesse prove a prescindere dall’anzianità di servizio dei docenti che partecipano.

Ai docenti con almeno 3 anni di insegnamento alle spalle potrebbero essere riservate una quota del 10% dei posti disponibili e una valutazione extra sia degli anni di precariato sia dei titoli acquisiti. Sempre in tema di abilitazione, il gruppo dei diritti dei docenti con 24 CFU chiede che venga riconosciuta a tutti i vincitori di concorso, compresi quelli non assegnatari. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Settembre 2019, 17:12
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