Roma, l'astronauta Nespoli in cattedra alla Cattolica: «Ecco come si prepara una missione spaziale»

L'astronauta Nespoli in cattedra alla Cattolica: «Ecco come si prepara una missione spaziale»

di Francesca Azzurra Conidi
«Quella di oggi non è una lezione ma una storia. Una storia che racconta come ci si prepara per una missione spaziale». Così Paolo Nespoli, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, ha esordito questo pomeriggio difronte agli studenti di Economia dell’Università Cattolica a Roma. In realtà Nespoli, con il suo intervento, per i giovani seduti in aula ha voluto fare molto di più. Ha voluto trasformare una situazione in cui pochi avranno la possibilità concreta di imbattersi, in una metafora più profonda della vita stessa dove i rischi che si incontrano, invece di travestirsi da ostacoli insormontabili, diventano esperienze da cui trarre forza.



«Una missione spaziale è sicuramente una cosa complessa e rischiosa da affrontare. Ti devi esercitare nelle conoscenze e nelle simulazioni, sia come persona che come team, imparando a dare fiducia e a prenderla dagli altri. Ci si “allena” a salire su una mini bomba atomica proiettata nello spazio e a farlo senza nessun problema. Nonostante la fatica però, quando arrivi in orbita succede sempre qualcosa di imprevisto, di inaspettato», spiega l’astronauta che vanta nel curriculum 3 missioni e ben 313 giorni totali nello spazio. «Il mio obiettivo è far capire agli studenti che i problemi si presentano in qualsiasi ambito, l’importante è non avere paura. Bisogna però possedere una base solida fatta di preparazione, un team a cui affidarsi e la volontà di mettersi in gioco per valicare l’abitudinario e riuscire a superarli».

Nella lezione-racconto, ricca di ricordi e aneddoti sulle celebri spedizioni dello Space Shuttle e del training alla NASA a Houston, si percepisce così la voglia di Nespoli di spronare i più giovani a credere in se stessi e in quello che si cela nel domani. «Il futuro è vostro: sognate cose impossibili.
Poi svegliatevi e iniziate a fare perché ogni tanto, con dedizione e caparbietà, anche le cose apparentemente impossibili si realizzano. Ma tenete sempre a mente che per raggiungere gli obiettivi e gestire i rischi nella vita e nella vostra professione dovete imparare a giocare in team. Allenatevi per questo nei vostri anni di vita universitaria». Un’esortazione e un augurio sincero da chi ha sperimentato realmente che anche le cose che ci sembrano più immense, possono diventare piccole se percepite da un’altra angolazione.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Dicembre 2019, 22:13
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