«Una missione spaziale è sicuramente una cosa complessa e rischiosa da affrontare. Ti devi esercitare nelle conoscenze e nelle simulazioni, sia come persona che come team, imparando a dare fiducia e a prenderla dagli altri. Ci si “allena” a salire su una mini bomba atomica proiettata nello spazio e a farlo senza nessun problema. Nonostante la fatica però, quando arrivi in orbita succede sempre qualcosa di imprevisto, di inaspettato», spiega l’astronauta che vanta nel curriculum 3 missioni e ben 313 giorni totali nello spazio. «Il mio obiettivo è far capire agli studenti che i problemi si presentano in qualsiasi ambito, l’importante è non avere paura. Bisogna però possedere una base solida fatta di preparazione, un team a cui affidarsi e la volontà di mettersi in gioco per valicare l’abitudinario e riuscire a superarli».
Nella lezione-racconto, ricca di ricordi e aneddoti sulle celebri spedizioni dello Space Shuttle e del training alla NASA a Houston, si percepisce così la voglia di Nespoli di spronare i più giovani a credere in se stessi e in quello che si cela nel domani. «Il futuro è vostro: sognate cose impossibili.
Poi svegliatevi e iniziate a fare perché ogni tanto, con dedizione e caparbietà, anche le cose apparentemente impossibili si realizzano. Ma tenete sempre a mente che per raggiungere gli obiettivi e gestire i rischi nella vita e nella vostra professione dovete imparare a giocare in team. Allenatevi per questo nei vostri anni di vita universitaria». Un’esortazione e un augurio sincero da chi ha sperimentato realmente che anche le cose che ci sembrano più immense, possono diventare piccole se percepite da un’altra angolazione.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Dicembre 2019, 22:13
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