Il mostro di Loch Ness esiste? Un test del Dna per scoprirlo

Il mostro di Loch Ness esiste? Un test del Dna per scoprirlo

di Paolo Travisi
Il mostro di Loch Ness esiste o è solo il frutto di una leggenda popolare? A rispondere ad una domanda vecchia di qualche secolo, potrebbe essere il test del Dna. L'iniziativa appartiene a Neil Gemmell, ricercatore dell'università di Otago, in Nuova Zelanda, alla guida di un team, che nelle prossime settimane giungerà in terra scozzese per compiere la prova scientifica. E svelare il mistero intorno a Nessie, il nome della fantomatica creatura lacustre. Ma di quale Dna stiamo parlando? Una delle ipotesi meno fantasiose, ma non per questo verosimile, vorrebbe il mostro come l'ultimo plesiosauro sulla terra, ovvero un rettile acquatico dal collo lungo, sopravvissuto all'estinzione dei dinosauri. Ecco allora che il team di ricerca raccoglierà nelle acque di Loch Ness, 300 campioni prelevati a tre profondità diverse e li sottoporrà al metodo del Dna ambientale: l'obiettivo è analizzare le tracce (pelle, piume, urina) lasciate nel lago da qualsiasi organismo vivente, confrontando i risultati dei test con l'immenso archivio della GenBank, in America, che conserva circa 260 miliardi di Dna di specie conosciute. Si tratta dunque, di uno screening senza precedenti col quale si realizza un censimento vero e proprio di tutte le creature marine che popolano il celebre lago scozzese. Il professore neozelandese, che non crede all'esistenza di Nessie, è però convinto che il metodo possa chiarire una volta per tutto un mistero di antiche origine. Le prime risposte dovrebbero arrivare entro gennaio del prossimo anno. Ma non è solo la caccia a Nessie, che interessa i ricercatori neozelandesi, perché l'analisi del più grande bacino d'acqua dolce del Regno Unito, servirà a censire le nuove specie, pesci ma anche batteri, per comprendere l'eterna lotta dell'evoluzione, organismi autoctoni contro organismi invasivi.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Maggio 2018, 12:01
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