Tumore al cervello, scoperta la proteina che può bloccarlo. Il team di ricercatori: «Legata all'Alzheimer»

Tumore al cervello, scoperta la proteina che può bloccarlo. Il team di ricercatori: «Legata all'Alzheimer»

di Nico Riva
Esiste un modo per frenare l'avanzata dei più letali tumori al cervello. Ed il segreto sta nella proteina TAU, fra le cause di patologie neurodegenerative come l'Alzheimer. Ne sono convinti i giovani autori della scoperta, ricercatori spagnoli dell'Instituto de Salud Carlos III (ISCIII). Dalla loro analisi sui campioni di 180 pazienti è infatti emersa una connessione tra i gliomi (tumori cerebrali altamente letali) e le malattie neurodegenerative.

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La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, dimostra che la proteina TAU si ritrova anche nelle cellule dei gliomi, dove reprimerebbe la loro capacità di creare nuovi vasi sanguigni, fondamentali per rifornirsi di nutrienti, favorendo la crescita e l'aggressività del tumore. Se la TAU si riduce, aumenta la malignità del cancro. Il ruolo della proteina, negativo in ambito neurodegenerativo, stavolta si scopre invece benefico. La ricerca permette così di conoscere meglio i gliomi, fra i tumori più rari ma con i tassi di mortalità più elevati, anche perché resistente alla chemioterapia e alla radioterapia.

Per questo, i ricercatori dell'ISCIII affermano con entusiasmo che la scoperta rappresenta un trampolino di lancio fondamentale per stabilire nuove strategie terapeutiche e nuovi studi. Il loro prezioso lavoro offrirebbe quindi anche la possibilità di indagare le malattie neurodegenerative da un nuovo punto di vista. Ricardo Gargini, principale firma dello studio, ha confessato a El País: «Crediamo che Tau sia la chiave fra Alzheimer e cancro». La funzione protettiva della proteina nei gliomi si potrebbe inoltre ricreare con composti derivati dal taxolo, principio attivo che si utilizza come agente antitumorale per vari tipi di cancro. Un fantastico passo in avanti per la scienza e la medicina è appena stato compiuto. ¡Gracias, España!

Il merito della scoperta va principalmente ai ricercatori dell'ISCIII Beatriz Heranz, Esther Hernández, Rafael Hortigüela, Pilar Sánchez Gómez, Ricardo Gargini, Berta Segura-Collar, Teresa Cejalvo e Andrés Romero Bravo. 
Lo studio è stato però realizzato in collaborazione con il Centro di Investigazione Biomedica del Red di Malattie Neurodegenerative (CIBERNED), dell'Associazione Spagnola contro il Cancro (AECC), del Centro di Biologia Molecolare del CSIS e dell'Ospedale 12 Ottobre, integrati nell'Istituto di Ricerca Sanitaria i+12 di Madrid. Il progetto è stato finanziato dal Ministero dell'Economia e della Competitività, dell'Associazione Spagnola contro il Cancro e del NIH (Istituto Nazionale di Salute).
 
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Gennaio 2020, 07:49
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