Smart-Technology e Parkinson: diagnosi più precoci e terapie efficaci

Smart-Technology e Parkinson: diagnosi più precoci e terapie efficaci

di Antonio Caperna
Dispositivi wireless e software di intelligenza artificiale, per supportare la pratica clinica, ausili tecnologici pensati per semplificare alcune attività della vita quotidiana e dispositivi indossabili a supporto della riabilitazione motoria e cognitiva. Sono alcune delle novità per i pazienti di Parkinson, presentate al Quarto congresso nazionale dell’Accademia LIMPE-DISMOV, che si chiude domani a Roma. La nuova era digitale del trattamento della malattia di Parkinson, infatti, vede servizi e strumenti sempre più capaci di migliorare la diagnosi e il trattamento e di garantire ricadute positive sulla qualità di vita, e la ricerca italiana è in prima linea nello studio delle più avanzate tecnologie wireless e di telemedicina con numerose pubblicazioni e brevetti.

Nuove prospettive, infatti, si aprono con i software di intelligenza artificiale capaci di aiutare lo specialista nella diagnosi attraverso la semplice interazione quotidiana con la tastiera del computer per individuare i segni della compromissione motoria nelle prime fasi di malattia. Un aiuto nella diagnosi precoce arriva anche da smartphone che forniscono informazioni su voce, motilità digitale, marcia, equilibrio e tempo di reazione. Queste ricerche hanno portato alla messa a punto di nuove scale di valutazione della malattia che hanno ottenuto incrementi della valutazione clinica e migliorato di 16 punti la risposta alla terapia dopaminergica. «La tecnologia si rivela un ausilio importante per supportare lo specialista nella diagnosi precoce e nell’ottimizzazione delle terapie e il Congresso nazionale quest’anno propone ampi spazi di approfondimento su telemedicina e tecnologie wireless. - dichiara Alfredo Berardelli, Presidente del Congresso - La ricerca scientifica in campo neurologico sta facendo registrare enormi progressi e, come sta accadendo in generale in tutto il campo medico, l’innovazione digitale in ambito scientifico e assistenziale, con servizi e strumenti capaci di garantire ricadute positive sulla qualità di vita del paziente, appare sempre più il futuro prossimo venturo anche della malattia di Parkinson, con un progressivo miglioramento della gestione dei disturbi del movimento attraverso le tecnologie digitali».

Il Parkinson colpisce in Italia 300mila persone, non solo anziani. Un paziente su 4, infatti, ha meno di 50 anni e 1 su 10 meno di 40.
Nei prossimi 15 anni questo numero è destinato a raddoppiare al ritmo di circa 6.000 nuovi casi l’anno, di cui la metà ancora in età lavorativa.



Novità arrivano anche dagli smartwatch da portare al polso, capaci di rilevare l’insorgenza di disturbi del movimento distinguendoli dagli altri movimenti che si verificano normalmente nell’arco della giornata. Inoltre, l’opportunità offerta da queste nuove tecnologie di osservare in tempo reale l’impatto dei trattamenti genera un nuovo metodo per monitorare la malattia e verificare l’efficacia delle terapie, arrivando addirittura a rilevare una riduzione del tremore del 64%.  Anche la riabilitazione trae vantaggio dall’impiego di tecnologie digitali: la stimolazione a corrente continua della corteccia cerebrale è in grado di ridurre il rischio di cadute, un problema assai grave nei pazienti parkinsoniani, mentre nanotecnologie indossabili che emettono vibrazioni ad elevata frequenza agli arti inferiori stanno dimostrando di migliorare l’equilibrio posturale.


 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Maggio 2018, 19:56
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