Coronavirus, picco superato? Brusaferro: «Potrebbe essere diverso da regione a regione»
di Mauro Evangelisti
Coronavirus, i virologi: meno ricoveri e casi in rianimazione. «Così possiamo reggere all’emergenza»
Coronavirus, mappa contagio: i nuovi dati regione per regione
PERCORSO
Questa è la sintesi che confezionano gli ultimi dati diffusi ieri dalla protezione civile, per quanto sempre da valutare con una lunga serie di avvertenze. La percentuale che racconta l'aumento dei casi dei contagiati ogni giorno è più bassa, ancora più quella dei ricoveri. Ma in parallelo possono essere poco realistici i numeri sui morti - ieri sono stati 756, 133 in meno del giorno prima, per un totale di 10.779 - perché tra le vittime c'è chi resta a casa e non viene sottoposto al tampone. Su questo il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, dice: «L'Istituto superiore di Sanità sta verificando la possibilità di recuperare i dati e avere il numero di chi è morto non in ospedale». Resta però costante l'abbassamento della curva di crescita. Ricapitolando: il totale dei casi positivi è aumentato del 5,6 per cento con 5.217 nuovi pazienti (97.689 complessivi, oggi supereremo la quota psicologica dei 100mila). Il giorno prima i nuovi casi erano stati quasi 6mila e l'incremento era quasi del 7 per cento. Discorso simile se si guarda ai casi attualmente positivi (senza deceduti e senza guariti): in termini assoluti sono di più del giorno prima (3.815 rispetto a 3.651), ma in percentuale si scende al 5,4 rispetto al 5,5. In totale sono 73.880. Si aggiungono altri 646 guariti, superando i 13mila. Per quanto riguarda i ricoverati, l'incremento oscilla tra l'1,3 per cento delle terapie intensive e il 2,6 dei ricoverati. Morale: tutti gli indicatori sono attorno o sotto il 5 per cento, l'avvicinamento a crescita zero, per quanto lento, si nota, anche se vi sono emergenze come quelle diffuse in tutta Italia delle case di riposo e delle rsa, che spesso si trasformano in focolai. Un esempio ieri a Contigliano, in provincia di Rieti, dove il sindaco Paolo Lancia ha raccontato che nella casa di riposo è positivo l'80-90 per cento degli ospiti, per un totale di 90 pazienti, compresi gli operatori che non hanno mai abbandonato gli anziani assistiti. Ieri, ospite del programma In mezz'ora, Andrea Crisanti, virologo dell'Università di Padova, ha ribadito che i positivi, in Italia, sono presumibilmente tra i 400mila e i 600mila e che soprattutto ora la sfida va affrontata fuori dagli ospedali: «Si vince quando riusciremo a creare la logistica e la capacità di individuare e bloccare il contagio. Non parlo di fare il tampone a tutti, ma se le persone stanno in quarantena, chi è infetto si è preso l'infezione dagli amici, dai vicini, dai parenti. E questa ricerca va fatta. Dove l'epidemia non è esplosa si possono ottenere risultati fantastici». C'è infine il nodo della carenza dei dispositivi di protezione,i. Il commissario per l'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ha annunciato che da oggi parte una prima importante quota di produzione italiana di mascherine: «25 aziende della moda produrranno 200.000 mascherine chirurgiche al giorno, 500.000 dalla prossima settimana e 700.000 al giorno dalla successiva. Poi ci sono le aziende del settore igiene personale, a partire dalla Fater di Pescara: produrranno 150.000 mascherine al giorno, 400.000 dalla prossima e 750.000 al giorno in quella successiva».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Marzo 2020, 15:39
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