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Anche la App per il tracciamento è uno strumento «importante. Aiuta a capire dove sono state le persone, così da intercettare contatti a rischio. Si sta lavorando per individuare la soluzione migliore». Il momento è delicato e gli errori non sono ammessi: se l'epidemia riparte, avverte Rezza, «c'è il rischio di chiudere di nuovo tutto».
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— Croce Rossa Italiana (@crocerossa) March 25, 2020
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L'Italia dovrà ripartire piano piano con il nemico dentro casa, ma come farà? Riapriranno prima alcune regioni e poi altre?
«Guarderei alle chiusure. A parte che forse avrei fatto alcune zone rosse in più in Lombardia - premette l'esperto - quando sono stati presi i provvedimenti per tutta Italia di certo hanno frenato la corsa del virus al Centro-Sud. Invece nei pochi giorni che alcune regioni del Nord sono state chiuse e le altre no abbiamo visto le fughe da quelle aree. Per questo forse riaprire in modo scaglionato può non essere efficace. E poi la maggior parte delle attività produttive stanno proprio al Nord. Che facciamo, lo apriamo dopo perché ha avuto una maggiore diffusione del virus?». Dopo la scadenza della proroga delle restrizioni anti-contagio al 13 aprile, per Rezza «bisognerà osservare se la curva va bene. A quel punto certamente alcune attività produttive si potranno riaprire, ovviamente mettendo in sicurezza i lavoratori. E andrà messo in piedi un programma di individuazione rapida di eventuali casi», inteso come «un sistema di allerta territoriale che ci permetta di intercettare subito nuovi focolai».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Aprile 2020, 11:20
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