Salvini contro Famiglia Cristiana: «È un giornale di ultrasinistra»

Salvini contro Famiglia Cristiana: «È un giornale di ultrasinistra»
Matteo Salvini non le manda a dire a Famiglia Cristiana. In una nota, il ministro dell'Interno ha duramente replicato alle affermazioni del settimanale cattolico sul decreto sicurezza, in un articolo dell'arcivescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini in cui si parlava di alcune criticità del provvedimento e della storia di una famiglia straniera con un bimbo piccolo: «Il decreto non è retroattivo e non caccia i bambini dai centri di accoglienza - ha detto Salvini - Eppure, per Famiglia Cristiana, una famiglia ghanese sarebbe finita improvvisamente in mezzo alla strada per colpa mia. Falso».

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«L'allontanamento dalle strutture - specifica il leader leghista - riguarda tutti quelli che non hanno più diritto a rimanervi, come è sempre avvenuto anche prima del mio decreto. Sono impegnato, da ministro e da padre, a difendere i veri profughi e le persone più fragili (a partire dai bimbi) e allontanare delinquenti e clandestini».

«Mi spiace - conclude Salvini - per l'ennesima menzogna di Famiglia cristiana e ringrazio tutti quei parroci e quei lettori che mi hanno testimoniato, in passato (ricordate la squallida copertina 'Vade retro Salvini') e in queste ore vicinanza e affetto, preferendo il dialogo, l'approfondimento e la costruzione ad attacchi e bugie degne di un giornale politico di ultrasinistra, non di un settimanale cattolico. Buon Santo Natale, sempre che qualcuno non si offenda...». 

COSA AVEVA SCRITTO FAMIGLIA CRISTIANA In un articolo su Famiglia Cristiana, l'arcivescovo di Campobasso-Boiano Giancarlo Maria Bregantini aveva curato un approfondimento sul significato autentico del presepe e dei simboli e tradizioni religiosi italiani: e aveva raccontato la storia di Yousef e Faith, genitori di una bimba di sei mesi e in attesa di un altro figlilo, espulsi dal Centro di accoglienza di Crotone e gettati in mezzo a una strada a causa del decreto sicurezza, secondo Bregantini.

In aiuto della famiglia sono intervenuti la Caritas e la Croce Rossa che hanno offerto una sistemazione provvisoria, fino a che una coppia, peraltro mista, ha messo a disposizione una casa sfitta. «Non si può invitare a fare il presepe e non accogliere negli Sprar una coppia vera di giovani sposi che hanno avuto un bimbo qualche mese fa e che ora sono per strada. Non si può venerare il crocifisso senza aver solidarietà con i crocifissi della storia», scrive l'arcivescovo nel suo articolo.

«Sono molto belle le nostre tradizioni religiose popolari», continua nella sua riflessione Bregantini, «ma guai se ci accontentiamo solo di questa bellezza. Anzi, quello che viviamo in queste dimensioni religiose diventa ipocrisia se non c'è raccordo con quello che si vive nella realtà quotidiana. Si rischia di andare contro il mistero stesso che celebriamo». Meglio rinunciare al presepe e al crocifisso, dunque? «Non siamo certo contro chi fa il presepe e mette il crocifisso, purché questo gesto sia coerente. Che facciano il presepe, ma non contro qualcuno. Che mettano il crocifisso, ma sapendo che questo non basta. Chi prepara il presepe e appende il crocifisso sappia che mette il cuore dentro una linea di solidarietà». 

IL DIRETTORE: DA SALVINI BOUTADE «Dal ministro boutade messe lì, noi non siamo né di sinistra, né di destra, raccontiamo solo le cose, le storie delle persone». Lo dice all'AdnKronos, il direttore di Famiglia Cristiana, Antonio Rizzolo, replicando alle parole di Matteo Salvini, che ha accusato il settimanale cattolico di dire bugie sul decreto sicurezza. «Oggi come oggi non ci sono destra e sinistra: c'è la difesa dell'umanità e dei diritti e c'è chi pensa ad altro».

Per il sacerdote le parole di Salvini sono «opinione del ministro, noi raccontiamo i fatti che si sono svolti - dice riferendosi all'ultima storia in copertina - . C'è un problema nell'applicazione del decreto sicurezza» visto che anche «i prefetti non sanno cosa fare. Nel caso che abbiamo raccontato nell'ultimo numero è stato proprio un prefetto a chiedere di mandare via queste persone». «Mancano i decreti attuativi, c'è enorme confusione - aggiunge - e i prefetti, mi pare, rappresentano il ministro. Siamo all'indomani del 70esimo della carta dei diritti Onu e bisognerebbe tenerne conto», conclude Rizzolo.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Dicembre 2018, 09:27
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