Il tribunale: Grasso deve pagare 82mila euro al PD. Bonifazi esulta. La replica: «Hai svuotato le casse del partito»

Decreto ingiuntivo per Grasso: deve pagare 82mila euro al Pd. La replica del leader di Leu: Farò opposizione
Ancora un botta e risposta tra il tesoriere del Partito Democratico Francesco Bonifazi e l'ex presidente del Senato Pietro Grasso. Secondo quanto affermato da Bonifazi, infatti,  Pietro Grasso dovrà versare al Partito Demcoratico 82mila euro, ovvero i mancati versamenti che l'ex presidente del Senato avrebbe dovuto fare in favore del suo vecchio partito nella scorsa legislatura.
E' proprio Bonifazi a raccontare sul suo profilo Facebook che il giudice avrebbe emesso un decreto ingiuntivo nei confrotri del Senatore Grasso. 
 


«Oggi - scrive Bonifazi su Fb -  il Tribunale di Roma ha emesso il decreto ingiuntivo nei riguardi dell'ex presidente del Senato Pietro Grasso. Siamo stati costretti a vincere l’azione giudiziaria e sinceramente mi dispiace che si sia arrivati a tanto. Ma le regole valgono per tutti. Oppure non sono regole. E le regole vanno rispettate. sempre.» 

Contattato telefonicamente dall'Ansa Bonifazi precisa che nel decreto si ingiunge a Grasso di pagare gli 82.000
euro di quote che i parlamentari Dem si erano impegnati a pagare mensilmente al partito. 
«Il mio unico commento - ha aggiunto - è che le regole vanno rispettate, specie se si di decide di stare in una comunità».
«Su 63 richieste di decreto da noi avanzate - ha riferito Bonifazi - il giudice ne ha emessi praticamente quasi tutti. Noi abbiamo preso l'impegno, durante l'approvazione del bilancio, di destinare tutti questi soldi a sostegno dei nostri lavoratori in cassa integrazione. Po è chiaro che tra l'emissione del decreto e la percezione effettiva del denaro, ahimè, passerà del tempo»

A stretto giro, però, arriva la replica di Pietro Grasso: «Non ho ancora ricevuto alcuna notifica di decreto ingiuntivo -  quindi non so su quali base possa essere stata emessa. Di certo c’è che nessuno mi ha mai chiesto una determinata cifra mensile nel corso di tutta la scorsa legislatura, e da presidente del Senato, come so essere norma, non ho ritenuto di finanziare alcuna attività politica, oltre ad aver rinunciato, tra le altre, alla parte di indennità che viene solitamente utilizzata per finanziare i partiti. Dopo aver chiesto via mail più di un mese fa un incontro con Bonifazi e i rispettivi legali, ho rinnovato la richiesta direttamente a lui due giorni fa per dimostrare, carte alla mano, le mie ragioni ed evitare il contenzioso.
Evidentemente il tesoriere del Pd - che ha svuotato le casse con la scriteriata campagna referendaria e con le mega consulenze ai consiglieri americani, scelte di cui a farne le spese sono stati i dipendenti - ha bisogno di scaricare su altri le colpe della sua pessima gestione, e provare a trasformarle in un mezzo strumentale e propagandistico. 
Quando arriverà il decreto può star certo che farò opposizione».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Luglio 2018, 19:57
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