Calenda boccia il Pd: «Andiamo oltre»

Calenda boccia il Pd: «Andiamo oltre»

di Alessandra Severini
Nove città capoluogo su 14, molti comuni di antica tradizione rossa strappati agli avversari. Il centrodestra ha vinto i ballottaggi e più ancora lo è la Lega, che ha visto crescere il consenso fino ad arrivare a conquistare con i propri esponenti le poltrone di città come Pisa e Terni, dove il Carroccio otteneva percentuali a una cifra. Il grande sconfitto della tornata elettorale è quindi il Pd. I numeri non lasciano scampo: cambiano colore Sondrio, Imperia, Massa, Pisa, Siena, Viterbo, Avellino.

Al primo turno erano già cadute Catania, Vicenza e Treviso. L'attivissimo Carlo Calenda individua la soluzione in «un fronte repubblicano che vada oltre il Pd» con una classe dirigente nuova, perchè quella del passato (Renzi compreso) «deve avere la saggezza di fare un passo indietro». Ma la ricetta non piace a molti dem. «Oltre il Pd c'è la destra», avverte Matteo Orfini. «Sono d'accordo sul ripensamento complessivo gli fa eco il segretario reggente Martina - ma non sul superamento del Pd». Anche nel centrodestra però montano i malumori. Forza Italia è costretta ad un ruolo gregario e gli azzurri temono che il partito venga definitivamente fagocitato dalla Lega. In molti indirizzano le critiche contro il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che ha parlato di «rischio estinzione».

Un'uscita che non è piaciuta a Silvio Berlusconi, come dimostrano le risposte infuocate di diversi parlamentari azzurri. Il Cav ha in mente di rinnovare l'organizzazione interna, dando spazio a volti giovani e nuovi ma non si rassegna al ruolo di stampella salviniana. Anche nel M5s, che pure ha conquistato piazze importanti come Imola e Avellino, si ragiona per arginare l'onda leghista puntando su temi cari alla campagna elettorale pentastellata.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Giugno 2018, 08:20
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