La ministra Azzolina si difende: «Da parte mia nessun plagio, accanimento contro di me. Sono stata gettata in pasto agli haters»

La ministra Azzolina si difende: «Da parte mia nessun plagio, accanimento contro di me. Sono stata gettata in pasto agli haters»
La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina si è difesa con un lungo post su Facebook, dalle accuse di plagio della sua "relazione finale della Ssis". «Ho visto una forma di accanimento nei miei confronti - ha detto la ministra - e anche tanta superficialità e spregiudicatezza da parte di chi l'ha rilanciato a danno della mia immagine». La Azzolina spiega anche di aver aspettato alcuni giorni a rispondere perché si trovava per il viaggio della memoria ad Auschwitz».
 

La Ministra Azzolina , evidentemente amareggiata, ci tiene a fare chiarezza: «Parlare di plagio è semplicemente ridicolo. Chi ha voluto tirare fuori questa storia ha preso un granchio colossale. Mi dispiace solo perché ho visto una forma di vero accanimento nei miei confronti. A danno della mia immagine».

«Come sapete - continua la Azzolina - a tirare fuori questa storia è stato un professore universitario, lo stesso che mi ha giudicato al concorso da dirigente scolastico e che, poche ore dopo il mio esame orale, ha pensato bene di pubblicare sulla sua pagina Facebook il mio risultato e quello degli altri candidati. Credo in palese violazione della deontologia professionale. Non contento, ha raccontato sulla stampa l'esito di quell'esame riportando una serie di falsità. Per esempio ha detto che io non avevo risposto, lo cito, a 'nessuna delle domande d'informatica, al punto da strameritarsi uno zerò. Faccio presente, che la domanda era una e soltanto una. Non mi pare un'imprecisione da poco. E, ridicolizzando il mio orale, mi ha buttato in pasto agli odiatori di Matteo Salvini su Facebook. Sono stata ricoperta di frasi sessiste», prosegue il post.

Il professore, ha aggiunto il ministro, ha «lasciato intendere che io avessi copiato il 50% della mia cosiddetta tesina. E quindi accusata di plagio, e il plagio è un reato«. Ma «quella non è una tesi di laurea, non è una tesi di dottorato, non è un'abilitazione, ma non è neanche una tesina. E' una relazione conclusiva del tirocinio fatto durante il corso... Chi ha fatto la Ssis sa di cosa parlo... è il resoconto del lavoro fatto durante il tirocinio dentro una classe. Io ho seguito una ragazzina che aveva 17 anni e soffriva di ritardo mentale lieve. Un'esperienza che ti cambia la vita. In meglio, ovviamente. E che ti insegna tantissimo. Questo era il focus del mio lavoro».

«Ad essere valutata - spiega - non è la relazione in sé, ma, l'orale che parte da quel lavoro. Chi mi accusa ha segnalato quattro frasi, che sarebbero la prova di un reato di plagio, tutte contenute nelle prime pagine introduttive. Ebbene, le parti 'incriminatè sono semplicemente definizioni. Prese da manuali diagnostici che sono i testi di riferimento assoluto, in pratica le Bibbie, del settore. Questo per dire che sono testi noti e arcinoti nell'ambiente»

Tra le altre osservazioni Azzolina ricorda che un quotidiano «ha fatto un test con un software che viene usato in ambito accademico proprio per verificare se i lavori contengono delle copiature. Il risultato è che nella mia relazione, semplicemente, non c'è alcun plagio. E l'hanno analizzata tutta, non le prime tre pagine. Per me questo è un capitolo chiuso, non porto rancore né con chi ha sollevato il caso, né con chi lo ha superficialmente rilanciato

«Non accetto - conclude la ministra - di essere additata come un cattivo esempio. O, peggio, una bugiarda... Ho deciso di dedicare la mia vita alla scuola. Continuerò a farlo e mi auguro che ora tutti abbiano capito come stanno le cose. Adesso giudicatemi per il mio lavoro. Solo per quello»
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Gennaio 2020, 21:07
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