Ponte crollato Genova, Di Maio: responsabile è Autostrade. Toninelli: ora via i vertici, valutiamo revoca concessioni. Salvini: è il minimo

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Il governo attacca Autostrade per l'Italia, la società che fa capo alla famiglia Benetton che gestisce la tratta dove ieri a Genova è crollato il ponte Morandi provocando almeno 35 morti. E annuncia che sta valutando la revoca delle concessioni.

«I responsabili hanno un nome e un cognome e sono Autostrade per l'Italia. Dopo anni che si è detto che le cose dai privati sarebbero state gestite molto meglio, ci troviamo con uno dei più gradi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza. Queste sono scuse. Autostrade deve fare la manutenzione e non l'ha fatta. Prima di tutto si dimettano i vertici», dice il vicepremier Luigi Di Maio in un'intervista a Radio Radicale. 

«È possibile, in caso di inadempienze, ritirare la concessione e far pagare multe fino a 150 milioni di euro. Autostrade non ha fatto la manutenzione» sul ponte Morandi: «Toninelli ha avviato le procedure» per il ritiro della concessione, continua il vicepremier. «Può gestire lo Stato. Ad Autostrade paghiamo i pedaggi più alti d'Europa e loro pagano tasse bassissime perché sono posseduti da una finanziaria Benetton in Lussemburgo», sottolinea il ministro. 

«Ci sarà un vertice in prefettura nel pomeriggio» sulla viabilità, dopo il crollo del ponte Morandi a
Genova. «Attingeremo da fondi straordinari per assicurare la viabilità ai cittadini anche prolungando, se serve, l'utilizzo di alcuni viadotti costieri. Stiamo studiando tutte le possibilità per far funzionare subito la viabilità, perché così la città è spezzata in due», dice ancora Di Maio.

«Faremo, come ha già annunciato il premier Conte, un piano straordinario di monitoraggio. Si tratta di installare dei banali sensori su tutte le infrastrutture del Paese per un monitoraggio costante: a volte si fa con dei satelliti, a volte con i sensori. Saremo giudicati sui fatti e tra qualche mese verificheremo con i cittadini se saremo conseguenti a quanto annunciato», sottolinea ancora il vice premier. 

Anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, torna a puntare il dito contro Autostrade. «Sono passate nemmeno 24 ore dalla tragedia che ha colpito Genova, e come tutti noi ho ancora negli occhi quelle terribili immagini del crollo del ponte Morandi - scrive Toninelli su Facebook -. Oggi sarò tra le macerie macchiate di sangue e provo rabbia perché in un Paese civile non si può morire per un ponte che crolla. Lo voglio ribadire con ancora più forza: chi ha colpe per questa tragedia ingiustificabile dovrà essere punito. Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d’Europa mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi. Incassano miliardi, versando in tasse pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari. I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto. E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro. Se non sono capaci di gestire le nostre Autostrade, lo farà lo Stato».
 


«A chi invece sta speculando su questa tragedia - continua Toninelli - voglio dire: è impensabile, oltre che ignobile, collegare il crollo del ponte Morandi alla messa in discussione della realizzazione della Gronda di Genova, su cui è in corso un’analisi costi-benefici. Si tratta di un’opera che non costituisce una soluzione sostitutiva rispetto al viadotto sull’A10. E che comunque sarebbe pronta nel 2029. Ora basta sciacallaggio, noi vogliamo le grandi opere utili. E pensiamo soprattutto a rendere sicura questa nostra malridotta Italia».

«La revoca delle concessioni è il minimo che ci si possa aspettare». Lo ha detto il vice premier Matteo Salvini intervistato da Radio 24 e dicendosi «assolutamente» d'accordo sulla revoca della concessione ad Autostrade perl'Italia.

«Una società, come quella che gestisce quel tratto autostradale, che fa miliardi di utili deve spiegare agli italiani perché non ha fatto il possibile per reinvestire una parte di quegli utili in sicurezza», ha continuato il ministro dell'Interno che ha poi parlato di «una responsabilità civile, penale, societaria» che «mi sembra doverosa nei confronti di chi non c'è più». 

«Da vice presidente del Consiglio scriverò a tutti gli altri concessionari privati per chiedere quale parte dei loro bilanci è reinvestita in sicurezza», ha proseguito il vice premier. «Il presidente del Consiglio è già in riunione a Genova. Vedremo di dare le prime risposte urgenti. La città non può essere bloccata. Al di la dei morti c'è un danno economico e sociale inimmaginabile. Occorre intervenire subito e con urgenza».

Sui vigili del fuoco «ho ereditato un piano assunzioni di 1600 unità, stiamo lavorando per assumerne 1.500 nell'arco di un anno», ha aggiunto Salvini. Il titolare del Viminale ha parlato anche dell'impegno di destinare «12 milioni di euro» per acquistare automezzi, vetture e la strumentazione necessaria al Corpo dei vigili del fuoco.

 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Agosto 2018, 10:54
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