«C'è una dj da violentare, vieni in discoteca»: bufera su consigliere leghista a Bolzano. Ma lui smentisce

«C'è una dj da violentare, vieni in discoteca»: bufera su consigliere leghista a Bolzano. Ma lui smentisce
«C'é una dj da violentare, vieni in discoteca». È polemica a Bolzano per una frase contenuta in un audio whatsapp e attribuita al consigliere della Lega Kevin Masocco. Il contenuto dell'audio oggi è stato anticipato dal quotidiano in lingua tedesca Die Neue Suedtiroler Tageszeitung. Il consigliere Masocco in una nota smentisce di avere pronunciato la frase sessista ma ciò non è servito a frenare la polemica.


«È vergognoso e molto preoccupante quando i politici, che hanno un importante ruolo di buon esempio, si esprimono contro le donne in modo così offensivo. La presenza di queste persone in un consiglio comunale, in quanto rappresentanti del popolo e quindi anche delle donne, non è accettabile. Chiediamo pertanto le sue immediate dimissioni», ha detto la presidente della Commissione provinciale pari opportunità, Ulrike Oberhammer, condannando l'episodio.

Anche la presidente della Commissione pari opportunità del Comune di Bolzano, Marialaura Lorenzini, esprime
«sdegno per le parole attribuite al consigliere comunale Kevin Masocco.
Se fossero vere, sarebbe gravissimo
». Secondo la presidente, «le affermazioni del consigliere Masocco, se confermate, sarebbero ignobili e lesive non solo per tutte le donne ma per un'intera società che vuole definirsi moderna, rispettosa delle diversità e civile: parole estremamente gravi tanto più se pronunciate da un rappresentante della politica, da una persona che siede in Consiglio comunale».

Kevin Masocco, in una nota, ha però smentito di aver pronunciato quelle parole:
«Sta girando un audio in cui io avrei detto cose ignobili. Chi mi conosce personalmente ha subito capito che la voce non è la mia. Mi spiace molto dover smentire e dovermi giustificare per ciò che non ho fatto», scrive il consigliere. Il quale rivendica di difendere «la dignità di tutte le donne« e condanna »ogni atto di violenza».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Febbraio 2019, 22:40
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