Di Maio: «Gli inceneritori? Roba vintage». E nel governo è ancora scontro sui rifiuti

Di Maio: «Gli inceneritori? Roba vintage». E nel governo è ancora scontro sui rifiuti
Gli inceneritori? Sono roba vintage. A dirlo è il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, che risponde ancora una volta a Matteo Salvini per quello che è diventato un vero e proprio motivo di scontro nel Governo. Fino a provocare la reazione anche del Governatore della Lombardia Attilio Fontana, leghista come Salvini, che ha avvertito che i termovalorizzatori lombardi «sono saturi» e che non bruceranno più rifiuti del Sud (LEGGI LA NOTIZIA).

Rifiuti, duello Lega-M5S su inceneritori. Salvini: «Servono». Di Maio: «Business camorra»

«Parlare di inceneritori oggi è come parlare della cabina telefonica con il telefono a gettoni. Qualcuno può essere ancora affascinato dal vintage, ma sempre vintage rimane», ha detto Di Maio, a Pomigliano d'Arco (Napoli) per la prima tappa del suo tour campano che oggi culminerà nella firma di un protocollo sulla Terra dei fuochi nella Prefettura di Caserta. «Abbiamo fatto un contratto di governo oltre 6 mesi fa - ha ricordato Di Maio - e quando ci vediamo e ci mettiamo al tavolo alla fine si va sempre avanti».

Il governatore lombardo Fontana: «Gli inceneritori del Nord non bruceranno più i rifiuti del Sud»

Sul tema degli inceneritori sollevato dal ministro dell'Interno Salvini, Di Maio ha ricordato che «per fare un inceneritore non ci vuole un giorno ma anni e anni. Negli anni facciamo la differenziata e guardiamo al futuro invece di guardare al passato, dobbiamo investire sulla differenziata perché si creano più posti di lavoro. Siamo al 50% e in pochi anni possiamo arrivare a percentuali in media Ue», ha concluso Di Maio.

LEZZI, 13 INCENERITORI LOMBARDIA NON SONO MODELLO Il ministro per il Sud Barbara Lezzi, dal canto suo, intervistata dal Corriere della Sera, sulla questione rifiuti in Campania e lo scontro Di Maio-Fontana ha una sua idea: «Sui termovalorizzatori il contratto di governo M5S-Lega prevede una loro graduale chiusura. Se parliamo di modelli, quello della Lombardia, dove ci sono ben 13 inceneritori, non lo considero né virtuoso né di riferimento. Puntiamo su riduzione dei rifiuti, differenziata, riciclo, impianti di nuovissima generazione per il recupero della plastica. E questo porta a nuove attività e posti di lavoro».

«Il tema dei roghi - sottolinea - è prioritariamente un tema di ordine pubblico» e «non riguarda soltanto il Sud, anzi: negli ultimi due anni ce ne sono stati oltre 300, diffusi in tutta Italia e proprio recentemente sono avvenuti anche in Lombardia. La questione dunque è nazionale e come tale il governo intende affrontarla». La Lezzi afferma che va dato «un messaggio di legalità, di attenzione verso la popolazione, una netta dimostrazione della volontà di mettere fine a una situazione inaccettabile che va avanti da troppi anni. La firma del protocollo a Caserta non spegne automaticamente i roghi ma avvia un'offensiva che prevede il presidio dell'esercito presso i siti particolarmente a rischio, un rafforzamento dell'azione investigativa e il miglioramento di quel coordinamento degli interventi per lo spegnimento dei roghi che, in molti casi, fino a oggi è mancato». 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Novembre 2018, 11:52
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