Bagarre in Aula: posta la fiducia. L'opposizione insorge: «Vergogna»

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di Simone Canettieri
ROMA Due fiducie chieste al Senato in un giorno solo, alle 16 e alle 19. Il maxi-emendamento cambiato in corso d’opera anche dopo la «bollinatura» della Ragioneria dello Stato. Cifre del fondo per le «nuove politiche di bilancio» dei ministeri e del fondo per le «spese indifferibili» del Ministero dell’Economia considerate sbagliate e quindi da «sbianchettare» e riscrivere. («Colpa dei tecnici di via XX Settembre», attaccano dal M5S che ha messo nel mirino il capo della Ragioneria Franco). La norma sugli Ncc che viene stralciata, salvo rientrare nella notte con un decreto ad hoc. E poi le risse verbali, e quasi fisiche con il Pd che si appella «alla Consulta» e diserta il voto di fiducia: «Avete offeso il Parlamento, per la prima volta si fa una legge di bilancio completamente extra parlamentare che in più danneggia l’Italia», tuona Andrea Marcucci. 

Un’altra giornata di caos sulla manovra, con il voto arrivato solo alle due e mezza della notte. Di ritardo in ritardo. Di correzione in correzione. Il testo viene cambiato almeno tre volte durante la giornata. Fatte salve le misure di bandiera: il reddito di cittadinanza e quota 100, che saranno oggetto di due decreti collegati a gennaio.

 

IL CAOS
Il primo, e l’unico, esponente del governo a presentarsi a Palazzo Madama subito dopo pranzo è il ministro per i rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro. Entra in aula, pone la questione di fiducia, e poi si riunisce la commissione Bilancio per valutare il maxi-emendamento. 

Poco prima aveva assicurato il «rispetto» per le istituzioni giustificandosi per l’iter sincopato per via dei ritardi di Bruxelles. Anche Roberto Fico, presidente della Camera anch’egli del M5S, aveva detto che «le istituzioni sono ben salde», d impegnandosi a limitare l’uso dei decreti. Ma l’ennesima giornata di passione doveva ancora esplodere. Lo scontro si inasprisce nel pomeriggio, quando la commissione sospende i lavori perché devono essere fatte sei correzioni formali al testo e lo stralcio della norma sugli Ncc. «Buffoni», gridano i senatori di opposizione. Nell’ufficio di Pesco è un via vai di sottosegretari, scuri in volto.

LA TENSIONE
Laura Castelli, sottosegretaria all’Economia, è sempre incollata al cellulare. La commissione viene sospesa, poi la maggioranza vota il «maxi» corretto, assenti gli altri gruppi. In Aula, mentre più d’uno chiede un’altra verifica in corso sul testo da parte della Ragioneria per il rischio di errori, dal Pd Andrea Marcucci. Matteo Renzi, cravatta viola in onore della sua Fiorentina, apre la braccia: «Se l’avessi fatta io una cosa del genere. Ma c’è la norma saldo e stralcio per il padre di Di Maio, ma perché nessuno lo dice?».
Silvio Berlusconi osserva e commenta: «Mai vista una cosa del genere». «Verrebbe voglia di fare un ‘Vaffa day’: votate di notte perché vi vergognate», dice da Fi Annamaria Bernini. In commissione Bilancio volano spinte e minacce: le opposizioni vogliono vedere il testo. Alle 19 Fraccaro pone di nuovo la questione di fiducia. L’aula esplode. Dai banchi delle minoranze chiedono l’intervento della presidente Elisabetta Casellati, che riconvoca la capigruppo. 

La senatrice del Pd Simona Malpezzi denuncia che il questore M5S Laura Bottici «mi ha messo le mani addosso, quando stavo solo consegnando dei fogli». Litiga anche la senatrice azzurra di FI Licia Ronzulli con i colleghi della Lega. L’appuntamento del voto viene rimandato alle 23.30. Nella notte scatta anche un consiglio dei ministri per approvare la nota di variazione al bilancio. Da Palazzo Chigi assicurano che nel maxi-emendamento, riscritto dopo la contrattazione l’Ue sul rapporto deficit pil, «non ci sarà nessun taglio agli investimenti: le risorse destinate nel prossimo triennio le risorse restano invariate, per un valore complessivo di circa 15 miliardi». 

Uscita dal Senato, la manovra sarà in commissione alla Camera giovedì prossimo, per approdare in aula il giorno dopo ed essere varata entro sabato 29 dicembre. Una corsa contro il tempo per evitare l’esercizio provvisorio.
Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Dicembre 2018, 07:46
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