Strappo Salvini-Conte, premier in soccorso di Di Maio. Matteo: non è più super partes

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di Simone Canettieri
dal nostro inviato
VERONA «Ormai è così: non è più un premier super partes. Conte è diventato un presidente del Consiglio del M5S». Matteo Salvini risponde agli input dei suoi collaboratori. Gli chiedono se vuole replicare alla stoccata del presidente del Consiglio. La linea è quella del no comment. Anche se il leader della Lega non può che leggere le parole che arrivano da Palazzo Chigi con stupore e amarezza. Sul congresso della famiglia è andato avanti per giorni uno scontro, prima carsico poi evidente a tutti. Si è partiti con la questione del patrocinio del governo, alla fine ritirato, e si è continuato fino a ieri, con la contromanifestazione organizzata dai vertici del M5S. I colonnelli della Lega sono convinti che l’operazione mediatica orchestrata da Di Maio alla fine abbia comunque raggiunto il risultato sperato. «Matteo voleva strizzare l’occhio a questi mondi, ma poi gli è scoppiata in mano».

LA GRAN GUARDIA
Ecco perché appena entrato nel Palazzo del Gran Guardia ha subito ribadito: «Sto qui per non togliere diritti a nessuno». Una cautela e un equilibrismo figlio del paese reale che, secondo i grillini, su certi temi non segue il Capitano. Non a caso, Vincenzo Spadafora, sottosegretario alle Pari opportunità l’altro giorno rifletteva: «Ma siete sicuri che le donne della Lega, le elettrici di Salvini la pensino come questi signori che hanno organizzato questo appuntamento a Verona? Secondo me, no». 

FATTORE BAMBINI
Alla fine Salvini è stato abile nel girare tutta la polemica sui bambini. Prima con la questione delle adozioni poi sulla gestione delle case famiglia. Altro fronte pronto ad aprirsi perché il leader della Lega ha sottolineato una strana convergenza tra i tribunali e le associazioni che gestiscono queste pratiche. Rimane però un problema di gestione per il futuro. E soprattutto su come si potrà andare avanti. Già, come? Igor Iezzi, al congresso di Verona con la figlia, non vede grossi problemi nell’immediato presente: «Adesso sarà così, una continua corsa tra noi e loro su tutti i temi. I nodi poi verranno al pettine dopo». Ovvero dopo le Europee quando i pesi sulla bilancia, a seconda dell’esito delle urne, saranno diversi. E quando soprattutto ci saranno da prendere le decisioni importanti, accantonate finora in una sorta di tregua governativa. A partire dalla Tav. E cioè cosa fare sull’Alta Velocità. A giugno si riprenderanno i fili del discorso. E forse arriverranno in quel momento le repliche di Salvini a Conte, passato da essere l’avvocato degli italiani al tutore di Di Maio.
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 31 Marzo 2019, 09:02
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