Simona Romanò
«È mio figlio, lo voglio tenere». Elnara, la

Simona Romanò
«È mio figlio, lo voglio tenere». Elnara, la 28enne ucraina tossicodipendente nella solitudine del bosco della droga di Rogoredo, alla periferia di Milano, ha riconosciuto suo figlio, ma ancora non ne ha deciso il nome.
La ragazza è ricoverata alla clinica Mangiagalli, nel reparto puerperio, dove le infermiere le insegnano come prendersi cura del piccolo. Sta bene, così come il neonato, tenuto sotto controllo dopo le crisi di astinenza ereditate dalle madre. I due potrebbe essere già dimessi oggi, ma visto la situazione delicata rimarranno in ospedale il tempo di conoscere il loro destino. Elnara chiede, quasi implora, di poter tenere con sé suo figlio e di essere mandata con lui in una comunità di recupero. Per lei sarebbe la rinascita. Ad esprimersi, nell'interesse del piccolo, sarà però il Tribunale dei Minori nei prossimi giorni. La Procura chiederà un parere ai dottori della Mangiagalli per capire se Elnara sia idonea ad essere madre. Se il tribunale darà parere positivo sarà un secondo miracolo: dopo il parto, in condizione estreme, una nuova vita. E a quel punto mamma e figlio saranno affidati a una casa famiglia e lei dovrà seguire un percorso per disintossicarsi dall'eroina.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Maggio 2019, 05:01
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