Vanno a scuola per fare gli esami, ma la trovano chiusa: «Motivi tecnici». Genitori in rivolta
di Domenico Zurlo
I voti degli alunni erano infatti stati affissi in ritardo, alcune valutazioni erano assenti, e mancavano addirittura i timbri sui fogli e altro materiale tecnico. Un inconveniente che ha fatto infuriare i genitori, costretti a prendere permessi a lavoro per tornare a prendere i figli: qualcuno di loro ha chiamato i carabinieri per segnalare quanto avvenuto, con i ragazzi lasciati fuori dai cancelli sotto il sole e con un caldo cocente.
Un episodio inaccettabile, spiega a Leggo la presidente del comitato dei genitori Diana Di Sebastiano, che rappresenta 1.300 famiglie degli alunni del Tullio Zevi: «Da tempo ci battiamo contro questi disservizi - le sue parole - I docenti non lavorano nelle condizioni migliori, le informazioni non vengono veicolate, il sito web fino a poco tempo fa era totalmente carente».
Nei mesi scorsi era stato allertato anche un Commissario Regionale, che ha monitorato la situazione per due mesi: «Della sua relazione però non abbiamo avuto notizie, e quando oggi (ieri, ndr) lo abbiamo interpellato ci ha risposto in malo modo - aggiunge - Per questo diciamo che ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni: noi chiediamo soltanto di avere una scuola che funzioni».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Giugno 2019, 12:35
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