Per il neo segretario del Pd arriva la prima grana. Secondo quanto anticipato dal

Per il neo segretario del Pd arriva la prima grana. Secondo quanto anticipato dal sito dell' Espresso, Nicola Zingaretti sarebbe indagato per finanziamento illecito. L'indiscrezione deriva dagli interrogatori svolti nell'ambito di un'indagine su casi di corruzione al Consiglio di Stato. Il leader Dem avrebbe ricevuto soldi non leciti da un presunto lobbista, Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone.
A pochi minuti dalla notizia, ieri, il Movimento 5 stelle è passato subito all'attacco: «Il Pd perde il pelo ma non il vizio», la reazione in una nota. «Mai ricevuto finanziamenti illeciti - la replica di Zingaretti - non mi faccio intimidire dalle bassezze del M5s».
A indagare sul governatore sono il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Stefano Fava. L'inchiesta prende spunto dagli interrogatori inediti degli avvocati siciliani Piero Amara e Giuseppe Calafiore, arrestati nel febbraio 2018 per corruzione in atti giudiziari e che un mese fa hanno patteggiato 3 e 2,9 anni a testa. Nel luglio scorso Calafiore parla ai magistrati di Centofanti, arrestato nel 2018 e in attesa di processo. Lo definisce un lobbista con molti agganci a Roma, tra politici e Consiglio superiore della magistratura. A questo punto, l'avvocato siciliano riferisce che Centofanti «era sicuro di non essere arrestato perché riteneva di essere al sicuro, in ragione di erogazioni che lui aveva fatto per favorire l'attività politica di Zingaretti». Soldi leciti, chiedono i pm? «Assolutamente no per quanto mi diceva».
«Abbia il pudore di mollare la nuova poltrona», il commento del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. «Comprendo la loro disperazione per il disastro politico che stanno combinando - replica Zingaretti - ma se pensano di aggrapparsi alle fantasie di qualcuno, sbagliano di grosso».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Marzo 2019, 05:01
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