Mattia Briga su Leggo: «L'anima vola sotto un salice»

Mattia Briga su Leggo: «L'anima vola sotto un salice»

di Mattia Briga
Avevo una Golf Station Wagon grigia tutta scassata. Bottiglie da 2 litri piene d'acqua perché ogni tanto dovevo fermarmi e riempire il serbatoio che era rotto e troppo sarebbe costato aggiustarlo.

Frequentavo una ragazza quasi 10 anni più grande di me, lei ne aveva già 31. Era bella da mozzare il fiato. Purtroppo però il suo umore era tanto altalenante (per usare un eufemismo) da condizionare totalmente le nostre giornate. Una mattina mi scrisse: «Non mi sento bene oggi, ma se vuoi possiamo vederci al parco vicino casa mia. Cammina finché non vedi un grande salice, ti aspetto lì. Io lo chiamo il pensatoio».

Come lessi il suo messaggio, mi vestii e presi la macchina.
Accesi la radio, un'emittente passava L'Anima Vola di Elisa.
 


La cantai a squarciagola e continuai fin quando non raggiunsi il parco, con la radio spenta. Quando entrai a piedi vidi una piccola cascata davanti alla quale c'era una specie di grotta rocciosa.
All'interno c'era un uomo che suonava il sassofono che si era messo lì per via del riverbero naturale. Pensai che era tutto troppo malinconico per essere un amore al presente, ma continuai a camminare. Fin quando non la trovai.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Marzo 2020, 07:22
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