Attività fisica ok quando lo sport va in aiuto del fegato

CATANZARO - L'attività fisica è tra le regine della prevenzione in numerosi ambiti e spesso può far migliorare i pazienti anche nel corso di malattia. Tra gli ultimi esempi c'è la statosi epatica non alcolica (NAFLD), una grave condizione del fegato, che parte da un eccesso di grasso fino a progredire in infiammazione e fibrosi (NASH), fibrosi avanzata e cirrosi. Nel mondo circa il 25% degli adulti soffre di NAFLD, arrivando anche al 50-75% tra gli obesi.
Uno studio pubblicato sulla rivista JAMA, al quale ha contribuito anche il prof. Ludovico Abenavoli, dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, dimostra che l'attività fisica, e quindi la diminuzione di peso, è associata in maniera statisticamente significativa a miglioramenti nei biomarkers di malattia e agli esami radiologici e istologici. «Interventi che fanno dimagrire migliorano numerosi parametri e quindi dai risultati dello studio, che ha analizzato anche decine di ricerche precedenti, è forse il caso di modificare le linee guida e le raccomandazioni nella terapia», sottolinea l'esperto.(A.Cap.)
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Luglio 2019, 05:01
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