Covid e influenza, assalto agli ospedali: 300 pazienti tra Udine e Pordenone

Pronto soccorso in grossa difficoltà per il gran numero di accessi che si sono verificati in questi due giorni di festa

Covid e influenza, assalto agli ospedali: 300 pazienti tra Udine e Pordenone

di Loris Del Frate

Giorni difficili per l'emergenza in Friuli Venezia Giulia. Natale e Santo Stefano, infatti, hanno messo in seria difficoltà tutti gli operatori degli ospedali e soprattutto dei pronto soccorso regionali. Basta dare una occhiata ai numeri per capire che chi era di turno, in tutti i presidi sul territorio, ha corso parecchio. Il giorno di Natale, tanto per fare un esempio, al Santa Maria degli Angeli di Pordenone sono transitati al Dipartimento di emergenza 69 persone. Non sono poche anche a fronte del fatto che durante le giornata di ferie, di fatto, lavora meno personale sia medico che infermieristico. Ieri, giorno di Santo Stefano, intorno alle 20 i pazienti transitati al pronto soccorso erano stati 59. A questo si devono aggiungere quelli della serata più i 25 accessi del pronto soccorso pediatrico. Tanti pazienti e lunghe attese. Nel momento di maggior afflusso i codi più bassi per vedere un medico hanno aspettato anche più di sei ore.


IL RESPONSABILE
«Sono state giornate dure - ha commentato Tommaso Pellis, responsabile dell'area dell'Emergenza dell'Asfo - anche perché chi arriva al pronto soccorso pretende risposte complete. Questo significa che per ognuno, anche per i casi che non dovrebbero avere come terminale il dipartimento di emergenza - ci sono da fare tutti gli accertamenti. Ribadisco - ha concluso - sono stati giorni pesanti». Del resto nei giorni festivi sul territorio c'è ben poco sul fronte della sanità, quindi la massa si dirige verso gli ospedali, presidi sicuro e nel quale trovano risposte.


IL FRIULI
Se Pordenone piange, Udine non ride di certo. Anche al Santa Maria della Misericordia le cose in questi due giorni sono state dure. I numeri parlano chiaro: il giorno di Natale sono transitate al pronto soccorso 89 persone. È pur vero che sotto il profilo degli organici Udine sta messo un po' meglio di Pordenone, ma gli accessi sono maggiori. Ieri, sempre alle 20, medici e infermieri avevano già visto 73 pazienti. Da aggiungere il numero del pronto soccorso pediatrico: a Natale i bimbi sono stati 31, ieri 27. Non poca roba.


IL MIX
Influenza e Covid hanno fatto il resto. Quasi l'80 per cento degli accessi, infatti, in quasi tutti gli ospedali della regione, erano legati a crisi più violente dell'influenza o del Covid, con febbre alta che non passa da giorni, difficoltà respiratorie e tutto il resto che queste due patologie si portano dietro. A questo scenario si aggiunge un altro problema non da poco che mette in difficoltà gli operatori: riuscire a dividere i sospetti casi Covid da altre patologie per evitare contatti e quindi il propagarsi dell'infezione.

Come se non bastasse ad ogni ricovero scatta il tampone prima di salire in reparto e in alcuni casi ne viene fatto anche un altro una volta trovato il posto letto. Una situazione pesante con un ingorgo che sta mettendo in grossa crisi la sanità regionale proprio in questi giorni di festività.


LA SITUAZIONE
Il periodo duro andrà avanti ancora almeno sino alla prima settimana di gennaio. Intanto l'influenza non ha ancora toccato il picco e in più alcuni medici di medicina generale sono in ferie andando a creare un ulteriore problema sul territorio già pesantemente deficitario per quanto riguarda i medici di famiglia. Non è ancora tutto. Periodo di ferie anche per quanto riguarda medici e infermieri nei reparti ospedalieri il che significa doppio lavoro per chi rimane in corsia. In ogni caso sino a quando non saranno coperti i buchi in organico nei vari ospedali della regione i problemi continueranno ad andare avanti anche perché allo stato non si vedono all'orizzonte numeri di infermieri che partecipano ai vari bandi capaci di coprire gli organici delle strutture sanitarie. A questo si aggiunge il fatto che tra due mesi, tre al massimo, l'attività regionale sarà di fatto ridotta al minimo perché all'orizzonte già si vedono le prossime elezioni. Questo significa che l'operatività già ridotta a fine mandato lascerà il posto alla campagna elettorale. Insomma, sembra proprio che non ci sia pace per la sanità regionale attanagliata da problemi che comunque riguardano tutte le regioni italiane perchè la carenza di personale è una questione che per essere risolta dovrà essere gestita a livello governativo.
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Dicembre 2022, 09:41
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