«Na manciata di perle romanesche»: pensieri, riflessioni, sogni di Nicola Rapanotti, un romano "de na vorta"

«Na manciata di perle romanesche»: pensieri, riflessioni, sogni di Nicola Rapanotti, un romano "de na vorta"
«Di che si tratta? E’ una vera “preziosità”, è un libro, si signore un libro, con le belle inquietudini di una vita, appunto, di un poeta dialettale che ci ha lasciato ricordi e riflessioni di un’intera vita di saggezza: “Gemme di storie romanesche”».
È questo il pensiero immaginario di due persone di fronte a un vecchio mercatino di libri usati. Di fronte c'è la racconta di Nicola Rapanotti «Na manciata di perle romanesche», definitito in romanesco "il sor Nicola Rapanotti", che per quarant’anni ha percorso in punta di piedi sale e saloni del municipio, e sotto la bandiera giallorossa ha affrontato tutte le campagne della romanità.



Stiamo parlando del “camminatore” Sor Nicola che, ritenendo la sua lingua originale in romanesco, l’ha sempre trattata con rispetto e gusto. Per questa ragione suo figlio Rinaldo e gli amici hanno invaso bonariamente il Campidoglio per presentare questo libro dalle innumerevoli “gemme”. Certo è chi riuscisse a trovarlo avrebbe tra le mani un volume prezioso, non tanto come erede di Trilussa, quanto per la riflessione nella nostra lingua storica.

Persino la riunione della presentazione rappresenta di per se un momento di antiche ed efficaci sensazioni. Perché il dialetto? Potremmo rispondere: per conservare i valori antichi. Perché le gemme? Perché ciascuna delle storie riportate in questo libro-saggio di cose antiche, rappresenta un momento di serena e indimenticabile riflessione.

Nicola Rapanotti, "Na manciata di perle romanesche", Becara. 230 pagine, 15 euro. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Luglio 2019, 16:40
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