Roma, Ztl a rischio privacy. Codacons: «Esposto al Garante sui permessi con il QR code spia»
di Franco Pasqualetti
«Faremo un esposto immediato al garante per la privacy - continua Rienzi - non capisco come il Comune possa mettere alla mercé di tutti i nomi dei proprietari dei veicoli e degli intestatari del pass. Le irregolarità e le finalità di utilizzo di questi dati possono essere le più disparate, sicuramente si tratta di dati che vanno tutelati con QR code chiusi alle sole forze dell'ordine. Altrimenti è una giungla».
In effetti la situazione è davvero curiosa. E ieri la notizia ha fatto il giro del web. «Non è normale - continuano dal Codacons - che atti comunali siano aperti alla visione di tutti con un semplice smartphone. Vanno criptati e poi qual è il vantaggio di scrivere l'utilizzatore e il proprietario del permesso. Basta sapere se è attivo o meno».
Per l'Agenzia della Mobilità, invece, è tutto regolare: «La procedura di identificazione dei permessi Ztl e sosta rispetta la normativa vigente in materia di privacy. I dati rilevabili dal Qr code dei permessi Ztl e sosta non sono sensibili. Le sole informazioni contenute nel QR sono quelle relative al numero del permesso, alle date di decorrenza e di scadenza, alla targa del veicolo associato, all'ambito territoriale di riferimento in cui si può accedere e/o sostare e al nominativo del titolare del contrassegno (non a quello del proprietario del veicolo), sia esso ente, azienda o persona fisica». Due sole domande: a vigili o ausiliari basta la targa, perché usare anche il QR code? E poi: Come mai non è stato previsto un sistema criptato per evitare che chiunque possa accedere ai dati?
Comunque il Comune si dice in regola, i consumatori sono dell'opposto parere: ora la palla passa al Garante che «di solito - dicono dal Codacons - ci mette una settimana per studiare le carte e pronunciarsi».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Dicembre 2018, 09:13
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