Le celebrazioni e il diritto di vivere Roma

Le celebrazioni e il diritto di vivere Roma

di Franco Pasqualetti
Il diritto al manifestare, al celebrare, al ricordare è sacrosanto e va tutelato. Ma allo stesso modo va salvaguardato il diritto alla mobilità dei romani. Di chi ogni giorno si reca in ufficio, a portare i figli a scuola, a fare una visita in ospedale. Questo diritto, a Roma, troppo spesso viene violato.

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E la mattina di ieri a piazza Venezia ne è la conferma. Non è possibile nel 2018 trovarsi di fronte la chiusura di una piazza fondamentale per la viabilità del centro storico. Il risultato è stampato nella rabbia di chi ieri ha avuto una giornata infernale, fatta di ritardi per colpa di una chiusura quantomeno discutibile.
Quindici minuti di stop totale alla viabilità in tutte le strade che portano a piazza Venezia si trasformano, con una sorta di effetto domino, in un ritardo a catena di ore. Il risultato è la rabbia di chi era su un mezzo pubblico - che magari tardava a passare alla fermata - e che non lasciava via d'uscita ai malcapitati di turno. Roma non merita tutto ciò. E i romani meritano un trattamento da ultima ruota del carro. Il diritto al potersi muovere senza l'ostacolo di cortei o manifestazioni senza regole.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Ottobre 2018, 09:22
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