Luigi Lo Cascio: «Primo Levi, un rivoluzionario come il mio Impastato»

Luigi Lo Cascio: «Primo Levi, un rivoluzionario come il mio Impastato»

di Paolo Travisi
Primo Levi, prima che scrittore, fu un chimico. La tragedia personale e collettiva della deportazione ad Auschwitz, lo portò a raccontare. Se questo è un uomo è divenuta un’opera dal valore universale. Trent’anni dopo pubblicò Il sistema periodico, ventuno racconti in cui l’esperienza autobiografica si lega agli elementi della tavola periodica, quindi di nuovo, alla chimica. Oggi quel testo è raccontato da Luigi Lo Cascio, con la drammaturgia di Domenico Scarpa e Valter Malosti.

Il sistema periodico, cosa ci dice dell’autore?
«Racconta la sua esperienza professionale e parti della sua vita, come le difficoltà nel farsi pubblicare il primo libro, Se questo è un uomo. Fece il chimico per tutta la vita perché i libri non andavano bene, e perché la chimica gli salvò la vita nel lager». 
 
 

Come si lega la chimica, una scienza, alle emozioni dei racconti?
«È una modalità di lettura del mondo. Per Levi, la scienza non è qualcosa di arido e lontano dalla vita emotiva. E fa un esempio: è un antidoto alle verità assolute imposte dal fascismo, perché il vero o il falso in chimica deve essere sperimentato. È un elogio dell’impurezza, in laboratorio la trasformazione avviene tra sostanze diverse».

Anche lei prima di dedicarsi alla recitazione, studiava medicina. 
«Infatti mi sono ritrovato in alcune riflessioni di Levi, ma non esistono l’uomo scienziato e l’uomo sensibile, ci sono le scelte. Avrei voluto fare lo psichiatra per confrontarmi con gli uomini, con la sofferenza, il disagio, cioè col sentimento umano».

I cento passi, le ha aperto la strada nel cinema. Se pensa alla gratitudine le viene in mente quel film?
«In maniera totale. Ero un attore sconosciuto, facevo teatro da sette anni, ma faticavo molto. Il cinema mi ha dato notorietà, sono stato apprezzato ed ha cambiato completamente la mia vita. E questo è accaduto con un film su Peppino Impastato, un incontro rivoluzionario».

Tanti ruoli drammatici, eppure lei ha iniziato nel cabaret?
«Il gruppo si chiamava Le Ascelle e gli sketch riguardavano le parti più indicibili del corpo umano. All’Accademia nei saggi portavo parti comiche. Nel cinema invece sono stato scelto per ruoli d’impegno civile, ma se mi proponessero ruoli comici e buffi li farei».

Tra i suoi progetti c’è anche la scrittura?
«Il mio primo romanzo, Ogni ricordo un fiore, mi sta dando grandi soddisfazioni e tornerò a scrivere». 

La scorta alla senatrice Liliana Segre, la condanna del Presidente Mattarella all’intolleranza. Il messaggio di Primo Levi ha un valore enorme ancora oggi?
«Le sue riflessioni ci aiutano a leggere situazioni contemporanee e sono un antidoto alla sottovalutazione che ciò che è esistito, possa accadere anche oggi. Si comincia sempre dalla parola, l’offesa, il malcontento e poi si va verso qualcosa di più grave».

Luigi Lo Cascio in “Il sistema periodico”, l'11 novembre 2019 alle 21, al teatro Argentina, ROMA bigl. 40 euro, 
info www.teatrodiroma.net
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Novembre 2019, 08:33
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